MILANO – Non ce l’ha fatta Laura Prati, il sindaco di Cardano al Campo che il 2 luglio scorso era stata ferita a colpi di pistola insieme al suo vice, Costantino Iametti, da un ex agente della polizia locale sospeso dal servizio. A dare la notizia del decesso, avvenuto lunedì 22 luglio, è stato il presidente del consiglio regionale lombardo, Raffaele Cattaneo, nell’aula del Pirellone.
“Abbiamo fatto una cerimonia di commemorazione questa mattina (martedì 23 luglio, ndr) in Consiglio – afferma il consigliere regionale Alessandro Fermi – È una notizia che fa accapponare la pelle. Da ex sindaco (di Albavilla, ndr) esprimo massima solidarietà alla famiglia di Laura Prati. Purtroppo oggi le Amministrazioni locali vivono nell’ombra e le si ricorda solo quando si verificano casi così agghiaccianti. Questi episodi dimostrano il rischio a cui gli amministratori sono sottoposti, rischi per il proprio ruolo e per la propria incolumità fisica. Emerge che chi dedica la vita per il proprio Paese, rischia di perderla nell’esercizio delle proprie funzioni, proprio nel consesso civico”.
Una storia drammatica che ha suscitato reazioni e cordoglio anche nell’Erbese. In particolare diversi amministratori già nelle scorse settimane avevano espresso la vicinanza alla collega “colpevole” soltanto di avere fatto il proprio dovere. E oggi più che mai dedicano parole di ricordo e commozione.
Sulla sua pagina Facebook il sindaco di Albese con Cassano Alberto Gaffuri ha voluto rendere omaggio alla sindaca di Cardano con un semplice ma incisivo messaggio: “Un pensiero, triste, per una collega che non ce l’ha fatta”. Anche il sindaco di Proserpio Elisabetta Fontana ha postato un commento relativo alla vicenda: “Credo che il vero punto sia che non si può morire in questo modo nel pieno del lavoro, svolto con serietà e passione. Continuo a pensare che ciò che è successo alla Collega poteva succedere a me o a chiunque degli altri Colleghi”.
Prima donna alla guida del Comune di Cardano al Campo, eletta con il Pd, Laura Prati era stata ferita dall’ex vigile Giuseppe Pegoraro. L’uomo, che voleva vendicarsi per essere stato sospeso dal servizio dopo una condanna per truffa e peculato, era entrato nell’ufficio del sindaco e aveva sparato diversi colpi di pistola.
Laura Prati credit foto milano.corriere.it