COMO – Una settimana di sciopero, dal 4 al 10 novembre, per protestare contro il progetto di riforma della magistratura onoraria predisposto dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. Riforma che, secondo l’Unione nazionale dei giudici di pace, non riconosce nessuna delle richieste della categoria, accentuandone il precariato, oltre a ledere diritti retributivi e previdenziali.
“Sono accanto ai giudici di pace che, questa settimana, si trovano di nuovo ad incrociare le braccia di fronte alle bizze del Governo”, sostiene la consigliera regionale Gruppo Misto e coordinatrice Popolari per l’Italia Regione Lombardia Maria Teresa Baldini.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito a chiusure e accorpamenti (come è successo a Erba, con l’eliminazione della sede distaccata, ndr) che hanno penalizzato i territori, specie quelli complessi come la nostra Lombardia dove ne sono stati serrati una quarantina sui circa duecento chiu
si in Italia – sostiene la Baldini – E adesso si danno ai giudici non togati nuove competenze e nuovi oneri che non possono essere in grado di sostenere soprattutto in un tale scenario di tagli e ci si dimentica del fatto che siano sottopagati nonostante il loro percorso professionale e la loro formazione accademica”.
“Chiaro è che lo sciopero dei giudici di pace crea disagi a diversi cittadini che si trovano a subire l’ennesimo rallentamento di una giustizia che ben sappiamo esser di per sé lenta nel nostro Paese – chiude la consigliera – ma anche in questo caso è il Governo che non si prende la responsabilità di mettere seriamente mano alla materia intervenendo sulle reali necessità di un settore così delicato e importante”.