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Erba. L’ex sindaco Pozzoli commenta la posa del ‘Calicione’: “Bentornato”

Miryam Colombo 9 Marzo 2022

Attualità, Erba

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ERBA – “Bentornato, Sacro Calice. Permettimi di chiamarti, con grande simpatia, affetto e devozione come la maggior parte degli erbesi della mia generazione ‘Calicione'”. Queste le parole con cui l’ex sindaco di Erba, Filippo Pozzoli, ha voluto personalmente salutare, con un post su Facebook, il ritorno in città della scultura posizionata lo scorso venerdì (QUI l’articolo) nel cortile posteriore della chiesa prepositurale.

“Non ero sicuro di poterti rivedere prima di chiudere gli occhi, come purtroppo è capitato a tanti altri e in particolare al tuo autore Angelo, ma alla fine ho avuto questo privilegio – ha proseguito Pozzoli che nel 2014 si era fatto promotore di una petizione, firmata da centinaia di cittadini erbesi con cui si chiedeva ai responsabili politici e religiosi di impegnarsi a trovare il modo di riportare il Sacro Calice in Piazza.

La richiesta era stata preceduta da una mozione, presentata quando Pozzoli era consigliere comunale, che si riagganciava ad una convenzione, firmata ai tempi di Ghioni sindaco, tra il Comune e la Parrocchia, che prevedeva il riposizionamento del calice in una porzione di giardino sul retro della Chiesa di Santa Maria Nascente.

L’ex sindaco Filippo Pozzoli (foto archivio)

 

Soluzione ripresa a distanza e attuata negli scorsi giorni quando, appunto, il “calicione” ha trovato una nuova collocazione proprio nello spazio indicato dalla convenzione. A questo proposito l’ex primo cittadino ha voluto puntualizzare (rivolgendosi direttamente alla scultura): “Certo sarei stato più felice a vederti, ammirarti e ricevere il tuo invito alla pace, alla preghiera, alla solidarietà e alla Eucarestia nel tuo ambiente naturale, ovvero, all’interno della piazza della Chiesa, dedicata fra l’altro al nostro amato vescovo Padre Aristide, al quale la tua presenza dei primi anni nella città di Erba fece festa ed onore”.

“Alla mia ormai non più tenera età non ho ancora imparato a non sognare e sperare in tempi e persone migliori, vicine e rispettose dei desideri e bisogni dell’uomo- ha concluso Pozzoli -. Chissà che riesca a vederti ed ammirarti, non solamente come ora, fermo ad un semaforo rosso e in mezzo ad una selva di alberi malridotti e a un corteo di macchine, ma tranquillo e sereno in una accogliente piazza della chiesa e che questo equivalga veramente ad un momento di raccoglimento ,riflessione e un invito alla preghiera. Comunque vale la pena ringraziare chi si è dato da fare per la tua ricollocazione e ricordare il proverbio che dice ‘Meglio poco che niente, meglio tardi che mai'”.