Erba

Canile di Erba, meno abbandoni ma crescono le richieste di affido

Miryam Colombo 24 Luglio 2018

Attualità, Erba

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ERBA – Un lavoro incessante che non conosce ferie quello degli addetti alla gestione dei canili. In questi giorni estivi, in cui purtroppo si sente parlare spesso di casi di abbandono, abbiamo chiesto quale sia la situazione attuale del canile di Erba alla responsabile, Daniela e a Marco Folloni, presidente dell’associazione “Gli amici del randagio”.

Circa 100 i cani in carico ad oggi alla struttura, realizzata nel 1994 e gestita da alcuni dipendenti e dai volontari dell’associazione, attiva dal 1995: “I cani arrivano da noi sostanzialmente in tre modi – ha spiegato Daniela – Può trattarsi di cani abbandonati e privi di microchip: in questo caso, dal momento che non è possibile individuare il proprietario, l’animale viene portato presso il canile sanitario dove resterà per 10 giorni durante i quali verrà installato il microchip e verranno somministrati i vaccini necessari. Terminato il periodo, verrà destinato ad un canile. Un secondo caso riguarda i cani sequestrati dalla pubblica autorità a causa di condizioni estreme di vita dell’animale stesso: parlo di situazioni di malnutrizione, di maltrattamenti per le quali scatta l’intervento da parte degli operatori preposti. Infine, abbiamo alcuni cani dotati di microchip, ma non reclamati dai proprietari: l’animale viene sequestrato e viene attivata una denuncia per abbandono perché solo in questo modo possono essere inoltrate le pratiche di adozione”.

Talvolta sono gli stessi proprietari a richiedere l’affidamento al canile: “In queste circostanze l’iter da seguire è più lungo – ha proseguito Daniela – Il proprietario deve recarsi in municipio e giustificare la propria richiesta di affidamento. Saranno poi gli organi competenti a valutare la validità delle motivazioni e, quindi, a accettare o meno la domanda”. Ci sono, però, delle eccezioni, come ha spiegato Marco Folloni: “Di fronte a situazioni di particolare emergenza, il canile può decidere di farsi carico dell’animale: con alcuni comuni abbiamo stipulato degli accordi in merito, ma manca una procedura strutturata di collaborazione tra il canile e le amministrazioni”. In questi anni, una delle ‘battaglie’ portate avanti dall’Associazione riguarda proprio queste tematiche: “Rispetto a qualche anno fa, gli abbandoni, in particolare quelli estivi, sono diminuiti soprattutto grazie all’obbligo dei microchip. Di risposta, notiamo l’aumento delle richieste di affidamento: riceviamo in media 2-3 chiamate alla settimana di proprietari che vorrebbero affidarci il proprio animale. Si tratta di un dato abbastanza allarmante che, concretamente, richiede uno sforzo notevole da parte dei canili – ha proseguito Folloni – È necessaria una soluzione efficace al problema: è, quindi, fondamentale che gli organi competenti prendano atto di questi cambiamenti a cui attualmente facciamo fronte principalmente con le nostre forze”.

Un numero elevato di utenti richiede un’organizzazione precisa e la  giornata del canile è scandita da momenti ben definiti: la pulizia, il cibo, la somministrazione delle terapie, la passeggiata, soprattutto quella con il pubblico: “Ogni giorno, sia al mattino che al pomeriggio, facciamo ‘sgranchire le gambe’ ai nostri cani – ha spiegato Daniela – Un appuntamento importante è la passeggiata pomeridiana aperta a tutti coloro che desiderano passare dalla struttura e prendere uno dei cani per fare quattro passi in compagnia”. Tante le persone che lo fanno durante tutta la settimana: “Durante i giorni feriali, sono principalmente pensionati, mamme con i bimbi o persone che hanno mezza giornata libera. La nota positiva è che l’afflusso nel fine settimana è pari a quello degli altri giorni”.

Una struttura adeguata quella che ospita il canile, inaugurata nel 2014, anche se potrebbero essere fatti miglioramenti: “Sicuramente avremmo bisogno di un parcheggio, ma l’Amministrazione comunale si sta già muovendo in questa direzione – ha concluso Daniela – Un’altra necessità sarebbe un’area separata dai box dove far esercitare i cani o dove lavorare con loro per sviluppare o addestrare alcune abilità”.

La priorità resta comunque la sensibilizzazione dei cittadini verso l’adozione: “Il rischio più grande che si corre chiedendo l’affidamento di un cane è che quest’ultimo venga riportato da noi perché la famiglia adottiva si scopre incompatibile con l’animale e viceversa – ha spiegato Folloni – Ogni cane ha un proprio carattere e delle proprie attitudini ed è per questo che abbiamo strutturato una procedura che riduca al minimo la possibilità che si verifichino questi problemi. In ogni caso, il primo passo durante l’adozione è fidarsi ciecamente dei volontari e del personale del canile“.