Caslino d'Erba

A Caslino un progetto per far rivivere Villa Pecori

Miryam Colombo 23 Agosto 2020

Attualità, Caslino d'Erba

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CASLINO D’ERBA – Ci sono luoghi che sono il cuore di una comunità. Ci sono luoghi che entrano nel cuore di chi li incontra per la prima volta per non uscirne mai più. Così inizia l’ultimo capitolo della lunga storia di Villa Pecori a Caslino, ‘riscoperta’ recentemente in tutta la sua bellezza e divenuta cuore di un progetto di recupero e valorizzazione del patrimonio storico del paese.

Il cortile d’onore di villa Pecori

 

La storia di Villa Pecori

Prima di raccontare il presente, concediamoci un salto nel passato. La storia di questo luogo si perde nella notte dei tempi: alcuni studi condotti sulla villa hanno infatti rilevato la presenza di una fornace di epoca romana, risalente al IV secolo d.C., andata persa, mentre testimonianze di epoche successive, tra cui pavimenti, decorazioni e l’impianto dell’edificio rimandano al periodo medievale e al Quattrocento.

La stessa posizione su cui sorge la villa suggerisce che essa sia stata edificata sui resti di un antico castello posto in collegamento con quello vicino di Castelmarte e a cui si deve la denominazione medievale del paese, “Castellino”.

La “rinascita”, per così dire, di questo luogo si ha però nel 1700 quando l’intera area divenne proprietà della famiglia Morelli al cui nome è legato il periodo di massimo rigoglio economico di Caslino. Come riportato negli studi condotti da Pierangelo Masciadri, infatti, i Morelli installarono lungo il torrente Piot una filanda e un filatoio che, grazie a tecniche d’avanguardia, era in grado di produrre seta “non solo per 4 o 5 mesi come era consuetudine, ma per tutto l’anno”. Caslino in breve tempo divenne così il vero e proprio fulcro dell’industria serica nel Ducato di Milano.

Della ricchezza e dell prestigio della famiglia Morelli rimane traccia nelle decorazioni e nell’assetto della villa che alla fine del Settecento divenne proprietà prima della famiglia Bonfiglio e, successivamente, dei Castelletti. In seguito al matrimonio tra Placida Castelletti e il cav. Enrico Pecori la dimora passò poi nel patrimonio della famiglia Pecori, che ne detenne la proprietà fino al 1992 quando venne ceduta, via testamentaria, al Comune di Caslino.

Proprio tra le mura del palazzo caslinese, Enrico Pecori mise a punto la propria passione per la meccanica, l’idraulica e l’orologeria: a lui si devono il primo prototipo di triciclo a vapore, ora esposto al Museo dell’Automobile di Torino, con il quale era solito recarsi ogni giorno a Como dove aveva il proprio laboratorio di precisione e di orologeria, e il progetto per il primo acquedotto di Caslino.

La villa venne poi lasciata al figlio, il colonnello Augusto Pecori, e alla moglie Angela Colombo che alla propria morte dispose che il palazzo passasse in proprietà al Comune di Caslino.

Il progetto

Entrare a Villa Pecori è come entrare in uno scrigno delle meraviglie: fuori austera e in alcuni punti compromessa dal tempo, la dimora cela al suo interno splendide sale decorate con affreschi e motivi che si mostrano in tutta la propria ricchezza artistica in un trionfo di colori e forme.

Alcune testimonianze artistiche rimandano al 1400, mentre la conformazione dell’edificio e gli elementi decorativi principali sono espressione dello stile barocco. Al piano terra trovano spazio le corti rustica e padronale da cui si accede alle sale interne ad uso della famiglia, tra cui la cucina, la sala da pranzo e la cappella privata, e al giardino.

L’alcova

 

Salendo le scale, invece, si accede a quelli che sono stati riconosciuti come spazi di rappresentanza dove, con buona probabilità, la famiglia riceveva e intratteneva i propri ospiti. Ad avvalorare questa ipotesi sarebbero le fini decorazioni e i pregevoli affreschi, tra cui alcuni ad opera del pittore Filippo Comerio, che ammantano le sale, tra cui, degne di nota, sono l’alcova e quella che è stata identificata come lo spazio per le rappresentazioni teatrali. Dipinti, attualmente ancora nascosti, si troverebbero poi anche al piano superiore, suddiviso nel secondo dopoguerra in appartamenti concessi in affitto e ora vuoti.

La sala per le rappresentazioni

 

Una bellezza e una ricchezza di fronte ai quali il cuore e la mente difficilmente rimangono insensibili.

Ed è proprio da questa bellezza e dall’amore per la storia e le tradizioni del proprio paese che nasce l’iniziativa di tre giovani, Daria Mladenova, Marco Colombo (vicesindaco di Caslino, ndr) e Paolo Colombo che, con il supporto dell’Amministrazione comunale, hanno dato il via a un progetto di recupero e riqualificazione di Villa Pecori come primo passo per rilanciare il paese intero.

Da sinistra, Marco Colombo, Daria Mladenova e Paolo Colombo

 

A raccontare l’iniziativa è Daria Mladenova, nata in Bulgaria e canzese di adozione: “Sono laureata in giurisprudenza, ma ho sempre avuto un grande amore per la storia – ha spiegato -. Quando due anni fa mi sono trasferita a Canzo ho iniziato ad appassionarmi alla storia locale e da lì ho iniziato a fare ricerche. Due anni fa ho conosciuto Paolo e Marco che mi hanno parlato di questa meravigliosa villa che ho avuto modo di visitare a inizio di quest’anno. Ho visto tante case abbandonate e nella maggior parte dei casi la percezione è quella di non poter fare nulla per recuperarle. Qui è stato diverso: ho sentito come un richiamo, la casa era viva e dovevamo fare qualcosa per poterla riportare al proprio splendore e farla rivivere per il paese”.

Da qui l’idea di avviare una raccolta firme per inserire Villa Pecori tra I Luoghi del Cuore, il censimento promosso dal Fai, Fondo Ambiente Italiano, allo scopo di salvare, tutelare e valorizzare le bellezze d’Italia. I luoghi più votati verranno premiati a fronte di un progetto concreto con un finanziamento e a marzo 2021 Fai e Intesa Sanpaolo promuoveranno il bando per la selezione degli interventi in base al quale tutti i proprietari dei luoghi che hanno ottenuto almeno 2.000 voti potranno presentare una richiesta di restauro, valorizzazione o istruttoria sulla base di specifici progetti.

Il progetto immaginato per Casa Pecori prevede da un lato il recupero della storia della villa e del paese attraverso l’allestimento di un’esposizione permanente e, dall’altro, la realizzazione di spazi per eventi culturali e ricreativi in grado di accogliere i cittadini e far così rivivere concretamente l’antica dimora.

“Stiamo raccogliendo le firme e la speranza è quella di superare la soglia delle 2 mila persone – ha aggiunto il vicesindaco Marco Colombo -. L’intenzione è quella di presentare al Fai un progetto per il recupero di almeno una parte della villa. Questo edificio è il fulcro del paese e sarebbe bello poter farlo rivivere come merita”.

Chiunque volesse aderire all’iniziativa può farlo votando Villa Pecori sulla sezione dedicata ai Luoghi del Cuore sul sito del Fai oppure mettendo la propria firma su uno dei moduli predisposti e disponibili in paese.