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Lettera aperta dei giovani di Asso: “Nessuno spazio per noi, nemmeno per giocare”

Lorenzo Colombo 19 Giugno 2025

Asso, Attualità

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Con una lettera aperta inviata alla ProAsso i giovani del paese lamentano la mancanza di spazi di aggregazione

Richiesta l’apertura gratuita del campo sportivo una volta a settimana: “Non è una pretesa, è un’esigenza di base”

ASSO – Una voce collettiva, giovane e pacata, ma carica di frustrazione, arriva da Asso. A farsene portavoce è Armando Marcucci, presidente della ProAsso, che ha deciso di rendere pubblica una lettera aperta scritta da un gruppo di ragazzi e ragazze del paese. Il contenuto è tanto semplice quanto incisivo: una richiesta di spazi, di ascolto, di possibilità.

“Perché non possiamo nemmeno più giocare?”, si chiedono i giovani. E non è una provocazione, ma una riflessione che tocca il cuore di chi conosce le dinamiche delle piccole realtà, dove spesso la mancanza di luoghi d’incontro lascia i più giovani in una sorta di limbo sociale.

La lettera, diffusa negli ultimi giorni, denuncia l’assenza di un centro di aggregazione giovanile e la difficoltà, oggi, di accedere anche agli spazi sportivi comunali. “Nel nostro paese, Asso, non esiste un centro di aggregazione giovanile. Nessun luogo dove trovarsi liberamente, fare due tiri al pallone, scambiare una chiacchiera o semplicemente passare del tempo insieme senza dover per forza consumare o pagare”.

Non è un’accusa rabbiosa, ma il resoconto di una situazione che, stando a quanto raccontano i ragazzi, si trascina da tempo. Le promesse, dicono, ci sono state. Ma gli spazi no. A rendere tutto più difficile, poi, sono le regole di accesso ai pochi impianti sportivi esistenti: “Oggi, anche i pochi spazi sportivi esistenti non sono accessibili liberamente. Se vogliamo giocare a calcio o a basket, dobbiamo prenotare (quando è possibile) e pagare. Ma non tutti possono permetterselo ogni giorno”.

Il punto, però, non è solo economico. Il messaggio tocca temi più ampi, legati al diritto alla socialità, alla salute, all’inclusione. “Non è una pretesa, è un’esigenza di base. Un paese che nega ai suoi ragazzi perfino la possibilità di giocare, di incontrarsi, di crescere insieme, che paese sta diventando?”, scrivono con tono diretto e sobrio.

La richiesta è concreta: l’apertura gratuita del campo sportivo almeno una volta a settimana, per qualche ora. Uno spazio accessibile, anche solo temporaneamente, che dia respiro a chi cerca semplicemente un pallone, due amici, e un posto dove sentirsi parte di una comunità. “Ci chiediamo: qual è la difficoltà? Una questione di burocrazia? Di costi? Di volontà? A volte sembra più semplice vietare che trovare soluzioni. Ma è proprio questo il problema: vietare è facile, costruire è responsabilità”.

Il presidente della ProAsso ha deciso di dare risalto a queste parole, raccogliendole e rendendole pubbliche: “I ragazzi giovani di Asso si sono affidati a me per far sentire la loro voce”, spiega Marcucci. Una scelta che punta a creare un ponte tra generazioni, amministrazione e cittadinanza, nella speranza che qualcuno risponda, magari con i fatti.

In un tempo in cui tanto si parla di disagio giovanile e alienazione sociale, forse vale la pena ascoltare chi chiede solo di tornare a giocare.