Como

Camere di Commercio, i dipendenti chiedono l’unione con Lecco

Caterina Franci 6 Ottobre 2016

Attualità, Como

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La Camera di Commercio a Como

 

COMO/LECCO – Lo scorso 25 agosto il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema per il riordino delle Camere di Commercio.

Il provvedimento prevede la riduzione delle Camere di Commercio da 105 a 60 tramite accorpamento degli Enti limitrofi nell’ambito della stessa Regione, il taglio delle funzioni e dei servizi ad esse attribuiti, la conferma della riduzione del diritto annuale nella misura del 50% rispetto al 2014 a decorrere da gennaio 2017.

Già da alcuni mesi il personale camerale a livello nazionale, ha dimostrato la propria preoccupazione, e lo scorso 29 settembre ha manifestato con ferma determinazione in Piazza Pietra a Roma la contrarietà a una riforma che “pretende di migliorare il Sistema ma che di fatto taglia le entrate, riduce i servizi e allontana gli Enti dal territorio produttivo rendendo più difficoltoso il contatto utile per un rilancio delle economie locali; non garantisce, inoltre, il mantenimento dei livelli occupazionali e la valorizzazione delle professionalità del personale camerale”.

Dalla data di entrata in vigore del Decreto, la cui approvazione definitiva è prevista per fine novembre, Unioncamere avrà tempo 6 mesi per presentare al Ministero dello Sviluppo Economico un piano complessivo di riorganizzazione degli enti camerali che comprenderà anche la nuova geografia territoriale. Fino a tale data rimane la facoltà per i singoli consigli camerali di procedere all’accorpamento volontario che dovrà ottenere il via libera dal MISE.

Le Camere di Commercio di Como e di Lecco, che rientrano tra gli Enti obbligati all’accorpamento in considerazione del numero delle imprese e delle unità locali iscritte al Registro Imprese (60.000 per Como e 33.000 per Lecco), da mesi stanno ragionando sui possibili accorpamenti.

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La Camera di Commercio a Lecco

Le Rappresentanze Sindacali Unitarie delle Camere di Commercio di Como e Lecco intendono manifestare la convinzione di tutto il personale sull’urgenza di avviare l’iter di accorpamento tra i due Enti.

Tra le motivazioni che spingono a considerare questa come la soluzione migliore tra le possibili vi sono la territorialità, l’obiettivo di mantenere il territorio del Lario come unico, la valorizzazione del patrimonio culturale e lo sviluppo turistico. “Essendovi una forte continuità naturalistica e paesaggistica tra le due zone, lo svolgimento dell’attività in sinergia permetterebbe di massimizzare i risultati ottimizzando i costi” fanno sapere dagli enti camerali.

“La Camera di Monza – proseguono i dipendenti – su cui Lecco ragionava per un possibile accorpamento, nel luglio scorso, ha deliberato di accorparsi con Milano (scelta adottata anche da Lodi); la Camera di Varese con cui Como ha avuto contatti non ha mai dimostrato un reale interesse a soluzioni comuni e non ha alcun obbligo normativo all’accorpamento”.

“La fusione dei due Enti consentirebbe di assumere un assetto organizzativo che andrebbe a colmare anche le funzioni amministrative ora in sofferenza. Ad oggi infatti il personale effettivamente in servizio è nettamente inferiore a quello delle attuali piante organiche previste (Como: 59 su 76; Lecco 35 su 49) a cui va aggiunto il personale delle due aziende speciali (Como – Sviluppo Impresa: 10, Lecco – LarioDesk: 3)”.

Proprio per tali motivazioni le Rappresentanze Sindacali Unitarie delle Camere di Commercio di Como e Lecco chiedono che gli organi politici dei due Enti prevedano un percorso da attivare nel più breve tempo possibile, “al fine di prevenire eventuali soluzioni obbligate prese direttamente dal Ministero o fortemente influenzate da Regione Lombardia anche senza le opportune e necessarie verifiche sul territorio e senza tutelare al meglio i lavoratori dei due Enti”.