Erba

Stabat Mater, concerto di Pergolesi nella Chiesa di Sant’Eufemia

Redazione 15 Marzo 2024

Cultura, Erba

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ERBA – Lo “Stabat Mater”, capolavoro indiscusso del compositore e violinista Giovanni Battista Pergolesi diventato negli anni uno spunto profondo per le meditazioni della Settimana Santa, sarà il programma del concerto gratuito il prossimo 24 marzo alle ore 16.00 nella chiesa romanica di Santa Eufemia a Erba (piazza Santa Eufemia, 1). L’evento è organizzato dall’Accademia Europea di Musica e dalla Comunità pastorale Santa Eufemia con il patrocinio del Comune di Erba, in occasione della Domenica delle Palme.

Un concerto di Pasqua di alto spessore, sia per il programma scelto sia per l’alta caratura degli interpreti. Lo “Stabat Mater” di Pergolesi (1710-1736) per soprano, contralto e quartetto d’archi sarà interpretato dal soprano Silvia Colombini, dal mezzosoprano Claudia Nicole Bandera e musicato da Stefan Coles e Pietro Caresana ai violini, Raffaella Bovo alla viola, Marco Ferrari al violoncello, tutti diretti da Paolo Casiraghi.

Considerato a lungo un modello stilistico ideale nel genere della musica sacra, lo “Stabat Mater”, scritto nel XIII secolo e attribuito a Jacopone da Todi, è stato musicato nel 1735 anche da Pergolesi. Il compositore di Jesi, morto a soli 26 anni di tubercolosi, dopo aver ricevuto l’incarico da parte di una confraternita laica napoletana, scrisse velocemente questo straordinario capolavoro che canta il mistero doloroso della Madonna ai piedi della croce.
Chiuso nella sua celletta nel convento dei frati cappuccini di Pozzuoli, dove si era ritirato in preghiera e meditazione nel tentativo di lenire i dolori atroci causati dal male che lo colpiva, compose una struggente e toccante pagina tra le più sublimi di tutta la storia della musica sacra, in cui si tratteggia il dolore di una madre che assiste alla morte del figlio.

Pergolesi nel suo “Stabat Mater”, pur rispettando l’impianto costruttivo del tempo, che prevedeva l’uso di soli archi con il basso continuo e la presenza delle voci del soprano e del contralto, che si alternano nella serie di duetti e arie solistiche, tende ad alleggerire questo alternarsi come se la rappresentazione sacra potesse essere trasposta su un piano teatrale, nel quale mostrare i sentimenti dell’uomo e non solo la manifestazione della dimensione divina. Con Pergolesi il mistero di Dio s’incarna nell’uomo e nella sua fragilità, come si può notare nel duetto “Quando corpus morietur”, la stupenda e coinvolgente preghiera conclusiva in cui la paura della morte spinge l’uomo a chiedere conforto e protezione a chi si è sacrificato per lui.

Una proposta culturale ben appropriata per la Settimana Santa perché, nello “Stabat Mater” la Madonna ci mostra come “stare” ai piedi della croce e accompagnare Gesù nel suo cammino verso il Calvario. Lo “Stabat Mater” prende, infatti, il nome da un passaggio del Vangelo di Giovanni: “Presso la croce di Gesù stava la madre” (Gv 19,25): Maria “stabat”, che in latino significa “stava ritta” ai piedi della croce. Questo dettaglio è importante per descrivere il comportamento della Madre nel momento della crocifissione del Figlio: non si lascia sopraffare dal dolore e dal rifiuto della volontà di Dio, ma rimane con suo Figlio condividendone la sofferenza.