ERBA – Riceviamo e pubblichiamo:
“Il mio non sarà un messaggio nuovo, assolutamente. Sui social si leggono tantissimi post di famiglie nella nostra stessa situazione di “COVID stress”. Noi Siamo genitori di tre bimbi, fortunatamente stiamo tutti bene, fortunatamente lavoriamo e per lo più in smart working, quindi, fortunatamente, riusciamo a stare a casa coi figli che tentano di “autogestirsi” mentre noi “tentiamo” di lavorare… insomma, nessuna novità!”
“Quello che mi piacerebbe far passare è una riflessione sul poi, la famosa Fase 2; in questi giorni si cominciano a leggere messaggi di preoccupazione: ‘Ma se riaprono le aziende e non asili e scuole che faremo coi figli?’ ‘Ma se non ci saranno centri estivi, niente oratori, niente campus come faremo quest’estate?’. Confrontandomi con altri genitori, la preoccupazione è forte e molto diffusa, sta emergendo a gran voce negli ultimi giorni”.
“Siamo tutti alla ricerca di introvabili babysitter per la fase 2, tutte già impegnate e/o prenotate. La mia domanda è questa, ma se il problema è davvero così su larga scala possibile che non si possa cercare una soluzione comune? La percezione che ho è che si stia annaspando individualmente senza percepire una volontà di affrontare la situazione a livello sociale. Sono conscia che non è possibile organizzarsi adesso non sapendo ancora cosa si potrà e non potrà fare, che limitazioni ci saranno, come evolverà il virus al crescere dei contatti nella Fase 2. Ma adesso secondo me è il momento della raccolta delle informazioni dalle famiglie, dagli educatori, dalle scuole, dalle strutture locali… in modo che quando si potrà tentare di organizzare qualcosa un buon lavoro sia stato già fatto”.
“Per esempio, potremo trovarci in piccoli gruppi? Possiamo pensare di organizzare dei gruppi omogenei di bambini con educatori, insegnanti, genitori in luoghi appropriati ed adeguati? Io sono di Erba: ci sono scuole, asili, il Parco Majnoni, il Lambrone, Lariofiere, palestre, campi da calcio, tutto chiuso da due mesi. Potrebbero essere utilizzati nel periodo estivo, a turni, un po’ al mattino un po’ al pomeriggio, sempre da gruppi già formati che non si mischino. Educatori che portavano avanti i centri estivi possono essere coinvolti; maestre di asilo, insegnanti, professori su base volontaria potrebbero dare disponibilità a qualche ora così magari si riesce a far qualcosa anche di più didattico, soprattutto per le primarie dove la didattica a distanza non è così efficace”.
“Babysitter usate per singola famiglia, studenti più grandi delle superiori e dell’università, che penso si siano dovuti responsabilizzare nell’affrontare questa situazione, potrebbero aiutare, così come le società sportive che hanno sospeso tutti i corsi. Provare a capire da strutture private quali azienda agricole, ristoranti, bar che penso siano mediamente in forte difficoltà potrebbero essere coinvolte per la fornitura dei pranzi; o magari addirittura nell’accoglimento di 1 o 2 gruppi per chi ha gli spazi adeguati… penso alla Geretta, alla fattoria Sant’Anna, all’Agri Ranch… che già in anni precedenti hanno fatto proposte interessanti. Penso a noi genitori, saremmo ben contenti di poter contribuire anche in prima persona, in base alle disponibilità di ciascuno, a un progetto unitario. Io lavoro, potrei valutare di chiedere congedo parentale un giorno a settimana per fare un turno per esempio… 15 giorni sono 15 settimane, (3 mesi abbondanti!) Non siamo riusciti a Erba a creare un comitato genitori, possiamo tentarci adesso. O meglio, se non proviamo adesso ad unirci per affrontare questa situazione difficile, che ci sta mettendo alla prova, quando pensiamo di farlo? Allora chiedo: forniteci almeno una lista di educatori che prima erano impegnati in asili, scuole e centri estivi disponibili nel periodo estivo per supportarci”.
“Come si sarà capito sono una persona ottimista, spero prima di tutto che l’aspetto sanitario migliori, forse mi sto illudendo, ma mi lascia frustrata vedere come il problema sia davvero così esteso e la percezione è che non si tenti di affrontarlo insieme e con il supporto delle istituzioni. Fateci sentire la vostra presenza, sarebbe già un conforto. Se vogliamo fare qualcosa di costruttivo da metà giugno bisogna già partire adesso con la raccolta informazioni e disponibilità”.
Claudia B.