Coronavirus. Spesa in un altro Comune? I chiarimenti dalla Prefettura

Miryam Colombo 21 Aprile 2020

Attualità

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ERBESE – È concesso recarsi anche in un Comune diverso da quello di residenza per fare la spesa? La risposta è ancora una volta “sì”, come ha precisato il Prefetto di Como, Ignazio Coccia, in una comunicazione inviata ieri, lunedì, ai sindaci della provincia.

Una precisazione che arriva a a seguito di numerose richieste di chiarimento che in queste settimane sarebbero pervenute agli uffici della Prefettura e che avrebbero quindi spinto il prefetto a emettere una nota per precisare la questione.

“Si conferma che sono sempre consentiti i movimenti effettuati per situazioni di necessità che rivestano carattere di quotidianità o comunque siano effettuati abitualmente in ragione della brevità delle distanze da percorrere – ha chiarito il prefetto – Rientrano in tale casistica gli spostamenti per l’approvvigionamento di generi alimentari nel caso in cui il punto vendita più vicino e/o accessibile alla propria abitazione sia ubicato nel territorio di un altro Comune“.

Rispetto a quest’ultimo punto, il prefetto ha quindi aggiunto: “Si precisa che l’accessibilità va intesa non solamente in senso fisico, nel caso in cui l’esercizio commerciale sia di piccole dimensioni e non sia in grado di soddisfare le richieste dei residenti, ma anche come disponibilità di determinati prodotti o minore convenienza d’acquisto”.

A chiusura della nota, è stato fatto un appello alla ragionevolezza di ciascuno nel valutare gli spostamenti: “difficilmente può ritenersi giustificato uno spostamento di svariati chilometri in un Comune non confinante con il proprio, magari finalizzato all’acquisto di pochi prodotti di comune reperibilità”.

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