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Scuola. A Natale meno compiti, a Erba la proposta piace

Miryam Colombo 14 Dicembre 2018

Erba, Scuola

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ERBA – È di qualche giorno fa la dichiarazione del Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, sui compiti da assegnare durante le vacanze natalizie: nei prossimi giorni, una circolare girerà per le scuole di tutta Italia invitando i docenti a ridurre il carico di studio in modo che alunni e famiglie possano trascorrere un po’ di tempo libero, rilassandosi e stando insieme.

“Vorrei sensibilizzare il corpo docente e le scuole a un momento di riposo degli studenti e delle famiglie affinché vengano diminuiti i compiti durante le vacanze natalizie – ha dichiarato il Ministro. Un sogno per gli studenti, una speranza per la maggior parte dei genitori. Ma cosa ne pensano gli insegnanti e le istituzioni?

L’Assessore e Senatrice, Erica Rivolta

“Penso che sia una proposta giusta – ha dichiarato l’Assessore all’Istruzione del Comune di Erba e Senatrice, Erica Rivolta – Dovrebbe essere una vera vacanza per tutti, sia per chi rimane in città sia per chi parte. Certo chi deve recuperare potrà approfittare di qualche giorno in più per studiare”. Secondo l’Assessore, inoltre, un periodo di riposo può portare solo beneficio ai ragazzi: “Anche i bambini e ragazzi vivono ad un ritmo stressante e pieni di impegni: una pausa vera può servire a svagarsi meglio, se non appiccicati allo smartphone, a fare sport o altre attività, anche nulla. Questi momenti alimentano la creatività della persona che, libera dalle preoccupazioni e dagli impegni, può invece pensare e immaginare aprendo così la propria mente e stimolando la fantasia”.

L’invito del Ministro è fatto di cronaca recente. C’è però anche chi a Erba adotta questo metodo ogni giorno, ormai da oltre un anno: la maestra Gabriella Ponziani, del plesso di Crevenna, ha infatti aderito al movimento “BastaCompiti!” che promuove e sostiene azioni alternative ai compiti a casa che permettano di raggiungere gli obiettivi didattici prefissati svolgendo il programma interamente durante l’orario scolastico. Il gruppo conta dirigenti scolastici e insegnanti da tutta Italia, supportati da pedagogisti, pediatri e esperti.

La maestra Gabriella Ponziani durante la parata medievale della scorsa primavera

“Nella mia carriera di insegnante non ho mai dato molti compiti a casa – ha spiegato la maestra – A settembre 2017 ho avuto modo di incontrare Maurizio Parodi, dirigente di una scuola di Genova e fondatore di BastaCompiti! Conoscendo questa realtà e interessandomi sempre più ho deciso di adottare la metodologia didattica proposta: dallo scorso anno nella mia classe non vengono più assegnati compiti per le mie discipline“. Una scelta non semplice e non sempre condivisa: “Nella Provincia di Como siamo solo tre maestre a seguire BastaCompiti! – ha specificato – Io stessa ho stabilito un “tempo di prova” per capire quale fosse la risposta dei bambini e se effettivamente fosse possibile adottare questo metodo. Nell’ambiente scolastico alcuni si sono dimostrati scettici, ma devo dire dopo quasi un anno e mezzo che i risultati sono arrivati e questo è molto gratificante”.

Ma come funziona il metodo di BastaCompiti!? “Tutto quello che normalmente viene demandato al lavoro a casa viene svolto in classe – ha spiegato la maestra Gabriella – Alla base c’è una metodologia interattiva e laboratoriale dove il punto di partenza sono la curiosità e la motivazione degli alunni: creiamo, rendiamo concreti i concetti, costruiamo, facciamo ricerche e proviamo nuove esperienze. Attualmente insegno italiano, storia, geografia, educazione civica, musica e educazione all’immagine su una quinta elementare: usare queste strategie su tante ore e su materie diverse, ma allo stesso tempo tra loro legate ha permesso di individuare nuove sfaccettature e di rendere autonomi e propositivi i bambini”.

Secondo l’esperienza della maestra, infatti, ogni studente beneficia dei risultati raggiunti in questo modo: “Mi rendo conto che i bambini sono felici di venire a scuola: partecipano, si sentono coinvolti e sono propositivi – ha proseguito – Hanno voglia di imparare e, anzi, sono loro stessi a portare idee e materiali a scuola. Oltretutto, si tratta di un metodo che rispetta molto i tempi individuali di apprendimento: non si corre sul programma, ma si arriva bene e tutti insieme al traguardo. Allo stesso tempo, però, ai bambini è richiesta una forte capacità di gestione del lavoro e di sé”. Anche i genitori sembrerebbero soddisfatti: “Credo che sia un programma democratico soprattutto nei confronti di quelle famiglie che, per svariate ragioni, avrebbero difficoltà a seguire i propri figli nei compiti a casa. In questo modo, invece, ci si aiuta in classe con la supervisione dell’insegnante e i risultati si vedono, come hanno notato gli stessi genitori”.