Sieroprevalenza, i dati dell’indagine. Il 3,5% dei comaschi positivo al Covid

Caterina Franci 4 Agosto 2020

Sanità

COMO – Il 3,5% dei comaschi è risultato positivo al test degli anticorpi ed è quindi entrato in contatto con il coronavirus. E’ il dato emerso durante la presentazione dei dati dell’indagine di sieroprevalenza sul Sars Cov 2 condotta dal Ministero della Salute e dall’Istat con il supporto logistico della Croce Rossa, a cui è toccato il compito di effettuare le telefonate ai cittadini scelti a campione.

I dati sono stati presentati ieri, lunedì 3 agosto, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta alle 17, presso l’Auditorium del Ministero di Lungotevere Ripa a Roma, alla presenza del ministro della Salute Roberto Speranza. Sono intervenuti il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, la direttrice centrale Istat, Linda Laura Sabbadini, il presidente del Centro studi superiori, Franco Locatelli, il presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca.

Franco Locatelli

 

64.660 i test dell’indagine di sieroprevalenza su SARS-CoV-2 effettuati dal 25 maggio al 15 luglio su un campione di cittadini residenti in 2mila Comuni italiani. L’indagine ha rilevato che, a livello nazionale, il 2,5% degli italiani è entrato in contatto con il virus. Un numero che, lo ha ribadito con forza il numero uno del Css, varia notevolmente non solo da regione e regione, ma anche da provincia a provincia. In Lombardia il test ha dato esito positivo nel 7,5% dei casi contro lo 0,3% della Sicilia.

L’indagine svolta a tappeto sul territorio nazionale ha confermato infatti i dati drammatici di Bergamo, dove il 24% della popolazione è risultata positiva al test sugli anticorpi. “A dimostrazione dell’estrema variabilità anche intraprovinciale, due Province confinanti, come Lecco e Como, hanno registrato una percentuale del 3,5%. Cremona e Piacenza (zone in cui il virus ha colpito duro) invece hanno dati superiori al 10%” ha ribadito Locatelli tenendo a precisare come questa positività non dia nessun tipo di patentino di immunità.

Linda Laura Sabbadini ha evidenziato come dall’analisi sia emerso che i bambini piccoli (da 0 a 5 anni) e gli over 85 siano meno colpiti dal virus forse anche grazie alle tutele poste nei loro confronti, rimarcando che non è emersa alcuna differenza di genere. Più colpito il settore dei lavoratori della sanità mentre merita attenzione quello della ristorazione, dove la positività è pari al 4%. Indicativo anche il dato degli asintomatici, pari al 27% a conferma della necessità di porre in atto le misure di prevenzione anche in assenza di sintomi conclamati da coronavirus. Quanto al contagio, è emerso che la trasmissione intra-familiare è stata molto elevata, ma, se si adottano le misure di precauzione, il contagio non avviene, come è accaduto per il 60% della popolazione, che ha avuto familiari conviventi con Covid-19

“Grazie al grande lavoro di Istat e Croce Rossa e alla disponibilità di 65mila italiani abbiamo presentato oggi i dati dell’indagine di sieroprevalenza. Secondo la ricerca il 2,5% degli italiani è entrato in contatto con il virus. Questo e gli altri dati emersi ci confermano che la prudenza e le misure di contenimento adottate dal governo e i comportamenti corretti dei cittadini hanno limitato la diffusione del contagio. Non abbassiamo la guardia, anche se siamo fuori dalla tempesta non siamo ancora in un porto sicuro” queste le parole del ministro, Roberto Speranza.

Il ministero della Salute e l’Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana hanno avviato, a partire dal 25 maggio, l’indagine di sieroprevalenza dell’infezione da virus SARS-CoV-2 per capire quante persone nel nostro Paese avessero sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche in assenza di sintomi. Il test si è rivolto a un campione di 150mila persone residenti in 2mila Comuni, distribuite per sesso, attività e sei classi di età. In caso di diagnosi positiva, all’interessato veniva fatto il tampone naso-faringeo per verificarne l’eventuale stato di contagiosità.

Attraverso l’indagine si sono ottenute informazioni necessarie per stimare le dimensioni e l’estensione dell’infezione nella popolazione e descriverne la frequenza in relazione ad alcuni fattori quali il sesso, l’età, la regione di appartenenza, l’attività economica.
Gli esiti dell’indagine, diffusi in forma anonima e aggregata, potranno essere utilizzati anche per altri studi scientifici e per l’analisi comparata con altri Paesi europei.
Alle persone selezionate è stato anche chiesto di rispondere a uno specifico questionario predisposto da Istat, in accordo con il Comitato tecnico scientifico.

PRIMI RISULTATI INDAGINE SIEROPREVALENZA SARS COV 2