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L’erbese che guida la Lega provinciale: intervista ad Angelo Sala

Admin Altreforme 18 Luglio 2013

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ERBA – Il nuovo segretario provinciale della Lega, Angelo Sala, si presenta (nella foto con il microfono in mano) dopo la vittoria alle elezioni di domenica 14 luglio (vedi articolo). Si tratta di una persona molto conosciuta a Erba, dove è nato e cresciuto, e dove ha mosso i primi passi in politica nella “mitica sezione cittadina”, dice lui.

Come si è avvicinato alla politica e quali erano i suoi modelli?

“Ho iniziato per passione e seguendo il “mito” di Umberto Bossi che faceva rivivere la vera identità padana, rendendoci consapevoli e valorizzando il nostro modo di essere e le nostre tradizioni. Lo Stato non funzionava allora, figuriamoci adesso”.

Quale è stata la sua “carriera” politica all’interno della Lega?

“A Erba sono diventato responsabile del collegio 10, dal 2001 a Como sono stato segretario in città. Poi per 4 anni segretario della circoscrizione e poi responsabile degli enti locali della Provincia. Insomma, anni e anni di ruoli di segreteria”.

Forte di questa esperienza ha pensato che fosse il momento giusto per candidarsi alla guida della Provincia?

“Tutte le volte in cui ho ricevuto un incarico non mi sono mai candidato in autonomia. Anche in questo caso mi è stato chiesto da più parti di mettermi a disposizione e io l’ho fatto”.

È pronto a ricoprire questo ruolo?

“Si tratta di una sfida non facile. Veniamo da un periodo di scandali, più mediatici che reali veramente… L’idea è quella di ripartire da chi ha esperienza e tante persone dietro di sé”.

Che obiettivi si pone da segretario provinciale?

“Lo scopo principale è quello di rilanciare il partito, rimotivando la base. Ci siamo sentiti come “pugili suonati”, derisi dalla gente e accusati di essere “come gli altri”. Questo non è vero. La base del partito è sana. Certo qualcuno ha sbagliato, ma è stato punito. E questo ci differenzia davvero dagli altri: nella Lega chi sbaglia, paga”.

Le priorità da affrontare?

“C’è gente che non arriva a fine mese, la “nostra gente”! Per logica, e non per egoismo, c’è da pensare prima a queste persone, non al diritto di cittadinanza per gli extracomunitari o faccende simili… Oggi i problemi sono arrivati ovunque e toccano la “nostra gente”. Iniziare da qui, ribadisco, non è egoismo ma sopravvivenza: prima sistemiamo il Nord e poi, come la nostra natura ci insegna, saremo anche solidali con gli altri. Ma ora la priorità è qui: bisogna impedire che si fermi la “locomotiva” del Nord, altrimenti si ferma tutta l’Italia”.