I resti dell’auto della scorta di Falcone in piazza Città di Lombardia

Redazione 1 Dicembre 2022

Fuori provincia

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MILANO – “Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Sono i nomi della scorta di Giovanni Falcone che morirono con il magistrato a Capaci il 23 maggio 1992. Nomi che fanno parte della nostra storia e che dovremmo imparare a memoria”. Lo ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi nel corso dell’esposizione dei resti dell’auto della scorta Giovanni Falcone in piazza Città di Lombardia a trent’anni dall’uccisione del magistrato.

“Questa installazione è, prima di tutto, un ‘presidio della memoria’ – ha proseguito Alessandro Fermi -. E per questo ringrazio Tina Montinaro, moglie del capo scorta di Giovanni Falcone, che gira il nostro Paese per ribadire e far crescere la cultura della legalità. I resti dell’auto della scorta di Falcone parlano soprattutto ai più giovani e servono a ribadire, sempre e con forza, l’importanza della lotta alla mafia, alla camorra, alla ‘ndrangheta e in generale ai sistemi criminali. Non solo a parole, ma con gli esempi concreti di chi si è impegnato e ha rischiato la propria vita per spezzare il clima di paura e di intimidazione. Iniziative simboliche come queste che ci ricordano che le organizzazioni criminali non sono un problema dei magistrati o delle donne e degli uomini delle forze dell’ordine, ma sono una questione che coinvolge tutti. Perché gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini’, come amava ripetere Giovanni Falcone”.

“Quarto Savona Quindici” era il nome in codice usato per la Fiat Croma blindata che, il 23 maggio di trent’anni fa, è stata colpita dalla deflagrazione di circa 500 chili di tritolo allo svincolo di Capaci dell’autostrada A29 “PalermoMazara del Vallo ed è saltata in aria insieme alla macchina di Giovanni Falcone e della moglie Francesca Morvillo.