Appalti e mafia, l’indagine da Napoli coinvolge anche il lecchese

Caterina Franci 3 Maggio 2022

Fuori provincia

LECCO – Tocca anche Lecco l’indagine della Procura di Napoli sulle presunte infiltrazioni della criminalità organizzata sugli appalti per i servizi della rete ferroviaria e stradale: sono 35 le custodie cautelari eseguite nei confronti di altrettante persone nelle province di Napoli, Caserta, Roma, Bari e anche Lecco.

Ad operare sono gli agenti della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, del Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta e del Nucleo Investigativo Centrale D.A.P con il supporto dei comandi locali.

Di questi indagati, 17 sono stati accompagnati in carcere, altrettanti sarebbero invece agli arresti domiciliari e una persona è stata sottoposta all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Contestualmente è stato eseguito un sequestro preventivo di beni e servizi per un totale di circa 50 milioni di euro di valore.

L’indagine, spiegano dalla Procura, verterebbe su complessi meccanismi di riciclaggio. Sono due i distinti provvedimenti emessi dal giudice su richiesta della DIA nei confronti di persone ritenute vicine al clan dei Casalesi, della fazione capeggiata dal boss Francesco Schiavone.

I reati contestati sono estorsione, intestazione fittizia di beni, turbativa d’asta, corruzione, riciclaggio, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Gli accertamenti patrimoniali, spiega in una nota il procuratore Giovanni Melillo,  hanno consentito di individuare complessi sistemi di riciclaggio.

Il secondo dei provvedimenti emanati riguardano nello specifico un avvocato e il responsabile di un agenzia bancaria, indiziati di aver rivelato l’esistenza delle indagini ad uno degli indagati. Nel lecchese la misura cautelare riguarderebbe un 50enne residente nell’oggionese, già interessato in passato da una precedente indagine anti-corruzione della DDA di Napoli riguardante alcuni appalti delle ferrovie.