Erba

Polemica tra Lega e Don Ettore, la lettera: “Che mondo vogliamo costruire?”

Caterina Franci 20 Giugno 2018

Erba, Lettere

Giovanna Marelli

ERBA – Riceviamo e pubblichiamo:

Poiché credo che la polemica apparsa sui giornali locali verrà ripresa e poiché si fa riferimento ad una politica che dev’essere dei laici, vorrei intervenire come laica, che si sente impegnata in politica, cioè nella comune costruzione della città degli uomini, anche se in questo momento non ho un incarico amministrativo.

Sono molto preoccupata, e non sono la sola, per i toni che ha preso il dibattito politico nel nostro paese, cosi come nella nostra città. Il vicesindaco invoca il ruolo di costruttori di unità e comunione per i preti, ma dovrebbe riconoscere che il partito a cui appartiene è responsabile di gran parte di quelle parole ostili che stanno qualificando il nostro come uno dei Paesi europei in cui è più diffusa la violenza nel linguaggio comune, nei social, nei comportamenti.

Quando un leader di partito diviene ministro della Repubblica deve ricordare che è lì per servire tutti i cittadini e non solo coloro a cui deve il voto o che hanno la sua stessa idea di mondo. Cosi non pare che sia nelle esternazioni di chi da poche settimane è alla guida del nostro paese. Essere costruttori di unità nella comunità non significa essere asserviti e dire che tutto va bene, sempre. Purtroppo, troppe volte è successo che anche coloro che si riconoscono nella comunità cristiana si siano lasciati usare da questo o quel potere politico.

La Parola che accomuna i cristiani è una parola che richiama gli uomini e le donne a vivere la fraternità e la giustizia, la libertà da ogni logica di forza, di potere, di sopruso per mettersi a servizio del bene di tutti. Come si può invocare l’umiltà negli altri quando ininterrottamente si soffia sul fuoco della reciproca diffidenza, quando si dipinge ogni diverso come un nemico, quando si allude a continue “epurazioni” di un popolo, come il nostro, da sempre “fusione” di lingue e culture diverse? Che mondo intendiamo costruire se ci armiamo gli uni contro gli altri? Su quale costituzione hanno giurato coloro che invocano chiusure, espulsioni, schedature, eliminazione di persone come fossero spine che disturbano il nostro benessere? Cosa pensiamo di trasmettere ai nostri ragazzi se dividiamo, denigriamo, insultiamo, rifiutiamo essere umani come noi, spesso più deboli o in difficoltà? Se il nostro linguaggio è violento e sappiamo solo urlare i diritti di pochi, dimenticando a quale prezzo questi diritti sono stati conquistati e quante ingiustizie sono state compiute nei confronti di coloro che ora ci “infastidisce” accogliere, come possiamo sperare di costruire una società in cui si possa convivere civilmente? I nostri ragazzi impareranno parole e gesti ostili e ne faranno uso come fossero normali. Già sta avvenendo… e chi urla violenza ne sarà responsabile!

Nella nostra città ci sono laici e non solo che da anni, senza urlare, lavorano per includere coloro che sono in difficoltà, per accogliere chi è da poco arrivato perché è suo diritto migrare, per ridare una casa a chi l’ha perduta, per tessere ponti di solidarietà tra famiglie in difficoltà e famiglie solidali. Ci sono luoghi di accoglienza, percorsi di inclusione, silenziosa costruzione di una convivenza che può far star bene tutti. Il tutto fatto gratuitamente, senza strepiti, nel rispetto delle regole giuste e in opposizione a ciò che è contro la Costituzione, contro l’umanità, contro la solidarietà.

Anche alcuni profughi sono presenti in città dal 2011 senza che alcuno ne registri il peso o il pericolo. Nulla a carico dell’Amministrazione, nulla a discapito del benessere di chi profugo non è! E tra queste persone anche don Ettore, che si spende senza riserve per tutti coloro che incontra… forse per questo motivo si è arrabbiato davanti ad affermazioni inaccettabili! Costruire il futuro di un paese e governarne il presente implica profondo rispetto, capacità di confronto con chi è diverso, lavoro serio ed instancabile, apertura e responsabilità, mantenendosi più lontani dalle vetrine o dagli spot. Sperando di poter riscoprire insieme la faticosa bellezza della democrazia.

Giovanna Marelli
Ex consigliere comunale ad Erba, responsabile laica della Caritas di Erba