Erba

Inquinamento dell’aria: cause e soluzioni, alcune risposte

Miryam Colombo 27 Febbraio 2020

Ambiente, Erba

ERBA – Inquinamento, blocco del traffico, polveri sottili. Sentiamo pronunciare queste parole sempre più spesso e, nelle ultime settimane, i riflettori si sono accesi anche sul territorio erbese e comasco a seguito di alcuni fermi della circolazione lanciati dal Comune di Como dopo l’innalzamento dei valori di inquinanti. A Erba cosa sta succedendo? È necessario che questi provvedimenti vengano presi anche qui? Abbiamo cercato di rispondere a queste domande con l’aiuto dell’Ufficio Tecnico comunale, cercando di fare chiarezza.

Per il Comune di Erba e quelli circostanti, i dati relativi alle concentrazioni degli inquinanti presenti nell’aria vengono rilevati dalla centralina installata in via Battisti: ogni giorno, il dispositivo invia i dati rilevati ad Arpa Lombardia che, a sua volta, dopo i controlli e le validazioni, relaziona agli Uffici tecnici comunali attraverso l’emissione di un bollettino. Sul territorio comasco, i dati provengono poi da altre due centraline presenti a Como e a Cantù.

Uno dei valori monitorati quotidianamente è quello relativo alle concentrazioni di Pm10, più comunemente note come “polveri sottili”, la cui composizione è costituita da polvere, fumo e microgocce di sostanze liquide, denominate aerosol. In altre parole, si tratta di un insieme di particelle solide e liquide disperse nell’aria con dimensioni inferiori a 10 micrometri.

Per quanto riguarda il territorio erbese, i tecnici degli Uffici comunali hanno osservato come dall’esame dei comunicati Arpa emerga, che a volte, “le maggiori concentrazioni si registrano durante il fine settimana, cioè il sabato e la domenica, quando la città di Erba e via Battisti sono meno interessate da traffico veicolare ed in assenza di attività significative legate alla circolazione dei mezzi che possano giustificarne le alte concentrazioni”. Insomma, paradossalmente i livelli di Pm10 sono più alti nei giorni in cui c’è minor traffico.

Come spiegare, allora, questa situazione? I tecnici hanno specificato: “Nell’analizzare i dati raccolti è importante poter distinguere tra quegli effetti che sono indotti da particolari caratteristiche locali, ad esempio il tessuto urbano, rispetto ad effetti legati alle condizioni meteorologiche a scala maggiore. La complessità dei fenomeni che governano i processi di inquinamento dell’aria richiede competenze ed analisi molto specialistiche. Occorre tener conto di molti fattori tra cui la velocità e la direzione del vento, la temperatura, la pressione e la conformazione del territorio. Il ruolo di Arpa per noi è fondamentale per aiutarci a comprendere i fenomeni di inquinamento e definire le corrette strategie a tutela della salute pubblica”.

Un altro punto da considerare è la provenienza delle Pm10: che siano prodotte principalmente dall’attività umana è cosa risaputa. Tuttavia, meno noto è che la maggior produzione di queste particelle è data dalla combustione di biomasse legnose: sulla base di studi condotti in Lombardia, infatti, nella nostra Regione la produzione di polveri sottili sarebbe generata per il 45% dalla combustione di legna e/o pellet, mentre per il 14% dalla combustione dei motori a diesel e per il 13% dall’usura delle pastiglie dei freni e degli pneumatici.

Ma torniamo al territorio erbese e alla Provincia. La città di Como stabilisce il blocco del traffico sulla scorta dei dati rilevati dalle tre centraline presenti nella provincia, precisamente a Como, Cantù e Erba. Quest’ultima, avendo una popolazione inferiore ai 30 mila abitanti, si colloca nella Fascia 2 per quanto riguarda le limitazioni previste rispetto ai livelli di inquinamento dell’aria, mentre Como, città con oltre 80 mila abitanti, si pone in Fascia 1.

Questa premessa comporta una necessaria differenziazione per quanto riguarda i limiti in vigore. Per le città in Fascia 2, come Erba, le limitazioni temporanee di primo livello per il blocco delle auto, che si aggiungono a quelle permanenti, scattano dopo 4 giorni consecutivi di Pm10 elevato, mentre quelle di secondo livello dopo 10 giorni consecutivi di Pm10 elevato aggiungendosi a quelle di primo livello.

In altre parole, mantenendo salve le limitazioni permanenti alla circolazione (in vigore sempre, a prescindere dai livelli di inquinamento dell’aria), un eventuale blocco della circolazione veicolare nelle zone di Fascia 2 può essere predisposto dopo 4 giorni consecutivi di alti livelli di Pm10 nell’aria. Condizione che raramente sembrerebbe presentarsi a Erba dove, salvo alcuni picchi concentrati per lo più la domenica, la situazione non sembrerebbe perdurare mai oltre i limiti previsti, come evidenziato dagli uffici comunali, non rendendo così necessario la sospensione della circolazione.

Sulla base di diverse letture tecniche e specialistiche, quindi gli Uffici comunali ritengono che “limitare o interdire il traffico veicolare inciderebbe per una percentuale marginale sull’abbattimento del Pm10, creando invece significativi disagi alla mobilità locale. Le azioni incisive da mettere in campo non possono concentrarsi esclusivamente sulla mobilità privata, visto l’impatto non sostanziale alla produzione di Pm10”.

Concludono i tecnici: “Il problema dell’inquinamento dell’aria, nello specifico riferito al PM10, alla luce delle considerazioni e dei dati disponibili andrebbe affrontato tenendo conto delle giuste proporzioni in riferimento alle fonti di emissione”.