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Ama le donne… Ama la musica. Storie di violenza e speranza a Erba

Martina 23 Settembre 2018

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ERBA – Si riconferma un grande successo la serata dedicata alle donne, svoltasi ieri, sabato 22 settembre, quando piazza Mercato si è colorata di rosso e riempita di persone in onore della serata “Ama le donne, ama la musica”, giunta alla sua terza edizione.

Ad aprire la serata la dimostrazione di autodifesa, a cura di Ares Defence, in cui sono state illustrate alcune tecniche per difendersi in caso di aggressione ed in particolare come un oggetto di uso comune, come per esempio un ombrello, possa diventare un’ arma in più per difendersi.  “Le donne devono credere in se stesse, hanno le capacità e gli strumenti per difendersi, anche se la persona di fronte è più forte fisicamente. Serve solo tanto allenamento” hanno ricordato.

È poi stato dedicato un minuto di silenzio per Francesca Spada, ragazza recentemente scomparsa. 

“Una donna ogni due giorni muore, perché vittima di violenza – è intervenuta Sara Sirtori –  Ci sono in media 150 femminicidi ogni anno. Poche donne denunciano per paura, oppure per la giustizia molto lenta. Le violenze fisiche, sono molteplici, ma si possono racchiudere in tre parole: minacciare, picchiare e umiliare. La violenza dunque non può essere considerata solo fisica”.

Durante il corso della serata sono stati diversi gli intermezzi musicali, di giovani voci e cantanti già noti quali: Michela Sala, Veronica Braga, Francesca Musolino, Romina Camerin, Michela Sala, Freddy Ricci, Manuel Anzani, Roberta Crognale, Chiara Butti.

Era presente anche la ballerina Silvia Baruffini, che ha accompagnato le diverse canzoni con le sue coreografie. Ospite speciale, Emanuele Monastero, detto Zighi, che ha presentato la sua canzone; “Nastro Rosa”, la storia di una ragazza con un passato difficile vissuto fra le mura domestiche.

Le parole della dottoressa Maria Adele Pozzi, hanno fatto da guida durante la serata, narrando la vita di  alcune donne vittime di violenze, quelle fisiche, ma anche quelle psicologiche.

Molteplici gli interventi egli ospiti:  Nerella Franchi, presidentessa dell’associazione Muggiò in movimento, ha voluto omaggiare le associazioni Sei di Erba se… e Familiarmente noi, con due pergamene per “aver contribuito all’inizio di un nuovo percorso, a giugno, che continuerà con una mostra intitolata “com’eri vestita?” che sarà visitabile i prossimi 23, 24 e 25 novembre”.

L’avvocato Arianna Liberatore ha illustrato l’operato del centro antiviolenza di Como e Telefono Donna. “Questo progetto è iniziato negli anni 90, grazie ad alcune donne che hanno deciso di creare uno spazio ad hoc. All’inizio non c’erano neanche i fondi, oggi si sono fatti enormi passi avanti. Il centro ha infatti accolto più di 70 donne con bambini, in un luogo dove possono essere ascoltate e non giudicate. Le donne infatti hanno bisogno di sentirsi al sicuro e di essere accompagnate durante tutto il percorso che parte da una denuncia e continua con un processo. Nel 2009 è stato firmato un protocollo con l’obiettivo di rinforzare la rete territoriale e i servizi a supporto delle donne vittime di violenza, con interventi quali: potenziamento del centro antiviolenza, sviluppo di azioni per l’accompagnamento della donna nelle strutture di accoglienza, azioni di formazione e informazione per gli operatori impegnati nei percorsi di uscita dalla violenza”.

La parola è stata data al vicesindaco Erica Rivolta, che ha riportato le parole di Giulia Buongiorno, ministro per la pubblica amministrazione. “Chi subisce violenze non deve credere di esserselo meritato, bisogna combattere per le donne che subiscono ogni tipo di violenza, affinché non rimangano in silenzio. Non si deve dimenticare che la battaglia va fatta iniziare dall’educazione, nella quale si deve eliminare l’idea di inferiorità che caratterizza la donna. Solo nel momento in cui non ci sarà differenza tra uomo e donna nella società, allora ci sarà uguaglianza”.

L’ultimo intervento è stato di Ilia Benedetti, di Familiarmente Noi, la quale ha sottolineato la mission dell’associazione:  porre al centro la famiglia. “E’ fondamentale per prevenire qualunque tipo di violenza. In particolare, dato il maggior sviluppo della tecnologia, stiamo mettendo a punto un’ app che si chiamerà VITA (Violenza Informazioni Tutela Aiuto), per essere sempre pronti a intervenire anche in situazioni di emergenza, per informare rispetto ai diversi tipi di violenza e essere sempre vicini a tutti, dai minori agli adulti.”

 

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