Annone di Brianza

Riva acciaio: “Lavoratori usati per ricattare i magistrati”

Lorenzo Colombo 13 Settembre 2013

Annone di Brianza, Economia/Lavoro

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ANNONE – C’è grande apprensione tra i circa cinquanta lavoratori dello stabilimento della Riva Acciaio di Annone Brianza, rimasti a casa da venerdì insieme ad altri 1400 colleghi dopo quello che i vertici del gruppo hanno definito “l’atto dovuto” di cessare l’attività in sette stabilimenti in seguito al maxi sequestro disposto dalla procura di Taranto sul caso Ilva.

“In ottemperanza a tale provvedimento, l’azienda ha dovuto procedere con immediatezza alla messa in sicurezza degli impianti – spiegano dal gruppo Riva – L’Azienda, consapevole dell’impatto sociale provocato dalla disposizione impostale, ribadisce il proprio massimo impegno a collaborare con tutte le Istituzioni per ricercare le migliori soluzioni a salvaguardia dei propri lavoratori e del patrimonio aziendale”.

Ma  i sindacati lecchesi non ci stanno e parlano di un vero e proprio “ricatto” e “braccio di ferro” tra la holding e i magistrati che indagano per disastro colposo i titolari dell’acciaieria pugliese.

“Auspichiamo che il nodo delle retribuzioni ai lavoratori venga subito sciolto – riferisce dalla FIOM di Lecco Rino Maisto –La cosa che più ci fa arrabbiare è che vengano usati i dipendenti per fare leva sulla magistratura e che questo sia capitato proprio in un momento in cui erano tornati ordini e lavoro”.

Fragomeli - Tentori

I sindacati puntano ad ottenere un tavolo istituzionale in provincia e annunciano la mobilitazione dei lavoratori di Annone, con un eventuale presidio fuori dalla sede lecchese di Confindustria in occasione dell’incontro previsto per il 26 settembre.

Disponibile al confronto l’assessore provinciale Antonio Conrater: “Non ci voleva proprio, visto il difficile periodo e visto che si trattava di un’azienda finora non problematica – commenta l’assessore – una disgrazia che si poteva evitare”.

Nel frattempo a livello nazionale si stanno mobilitando non solo sindacati e Confindustria, ma tutte le istituzioni a partire dal governatore della Lombardia, Roberto Maroni, così come i deputati lecchesi del PD Veronica Tentori e Gian Mario Fragomeli, insieme al consigliere regionale democratico Raffaele Straniero.

“L’operazione del gruppo Riva è da respingere al mittente – dichiara Straniero – perché non si possono usare i lavoratori e le loro famiglie per ricattare le istituzioni. Vogliamo dire a Regione e Governo che occorre intervenire subito. Noi siamo a fianco dei lavoratori e alle loro famiglie”.
Gli onorevoli Fragomeli e Tentori hanno nel frattempo annunciato un’interpellanza parlamentare: “La chiusura dei 5 impianti in Lombardia del gruppo Riva va scongiurata con ogni mezzo – aggiungono Tentori e Fragomeli, in una nota firmata insieme agli altri colleghi deputati lombardi del Pd – perché infliggerebbe un colpo durissimo alla già complicata situazione occupazionale della nostra regione”.