Iva al 22%: una “mazzata” per le famiglie italiane

Admin Altreforme 4 Settembre 2013

Economia/Lavoro

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Aumento dell'iva settembre 2013LECCO – Un autentico terremoto rischia di abbattersi sul Paese colpendo le tasche dei cittadini. E‘ il minacciato e temuto aumento dell’Iva dal 21 al 22%.

Una recente inchiesta dell’Ufficio Studi di Confcommercio, rilanciata da Confcommercio Lecco, mostra una fotografia davvero pesante. Un eventuale aumento di un punto dell’aliquota significherebbe un impatto sui prezzi tra ottobre e novembre tra lo 0,3%-0,4%, il cosiddetto “effetto scalino”. Inoltre ci sarebbero conseguenze anche in termini di minori consumi interni (circa -0,1% in termini reali nel 2013) con effetti negativi sulla produzione e quindi sul Pil: la perdita di produzione comporterebbe una riduzione dell’occupazione approssimativamente di 10mila posti di lavoro e il Pil, nel solo 2013, si ridurrebbe dello 0,05%.

Ma anche sul fronte del gettito non ci sarebbero notizie confortanti: anche se nel bilancio preventivo sono iscritti 4 miliardi di euro di maggiore gettito derivante da questo punto aggiuntivo di Iva, in realtà, quel gettito previsto non sarà raggiunto, in quanto i consumi in termini reali si ridurranno significativamente.

Infine l’Ufficio Studi mostra pure gli effetti regressivi sui redditi. Con il nuovo aumento, la pressione Iva (rapporto tra reddito e Iva pagata) per il 20% di famiglie più povere arriva al 10,5%, mentre per il 20% di famiglie più ricche la pressione è pari al 7,5%, circa il 30% in meno.

E, andando a spulciare l’elenco dei prodotti che rischiano di vedere aumentare di un punto percentuale l’Iva, si scopre che sono tutt’altro che secondari nella spesa delle famiglie. Dai succhi di frutta ai vini, dal caffè alle bevande, dai computer ai giocattoli, dagli articoli sportivi a quelli per gli animali, dalle macchine alla moto, dalle sigarette alla benzina, dai mobili all’abbigliamento. Un’autentica “mazzata” per tutte le tasche soprattutto per quelle di chi fa già fatica con la crisi.