Como

Cresce l’Export in Provincia di Como, l’analisi della Camera di Commercio

Caterina Franci 29 Marzo 2018

Como, Economia/Lavoro

COMO – L’export italiano, pari a oltre 448 miliardi di euro, è risultato in crescita del +7,4% (+31 miliardi di euro). Tra le regioni che hanno contribuito maggiormente alla crescita in valori assoluti, ce ne sono diverse del nord. Limitandosi alle prime cinque posizioni, ben quattro sono regioni settentrionali: Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto.

Per quanto riguarda i dati comaschi, nel 2017 le esportazioni della provincia si sono assestate a 5,6 miliardi di euro, in crescita di 143 milioni rispetto all’anno precedente. La variazione percentuale è del +2,6%, inferiore sia alla media regionale (+7,5%), sia a quella nazionale (+7,4%). Il quadro delle province lombarde si presenta positivo: tutti i territori risultano in crescita, seppure in diversa misura. In particolare, appaiono notevoli le curve di crescita di Cremona, con +15,8%, di Lodi, con +11,9% e di Monza e Brianza, con +10.9 %. Appena fuori dal podio risultano Brescia (+8,8%), Milano (+7,7%) e Mantova (+7,2%). Il grafico relativo alla graduatoria delle province mette in luce la scomoda posizione di Como: è l’ultima.

Per quanto concerne le importazioni, Como nel 2017 ha acquistato dall’estero merci per un valore che supera i 2,6 miliardi di euro, in crescita rispetto al 2017 del +1,3% e tuttavia inferiore rispetto ai massimi del 2015. Occorre mettere in evidenza il fatto che anche in questo caso l’aumento registrato rimane minore di quello rilevato in Lombardia (+8,1%) e in Italia (+9,0%).

Tra le province lombarde, tutte in crescita, nel 2017 si riscontra un vistoso aumento delle importazioni di Cremona, che, con un incremento del 31,5%, si colloca nettamente al primo posto (la causa va cercata nell’esplosione delle importazioni di metallurgia, prodotti chimici, farmaceutici, fibre sintetiche; prodotti alimentari, bevande, tabacco; rifiuti; prodotti delle miniere e delle cave). Seconda è la provincia di Monza e Brianza con +16% (in particolare per la voce “Prodotti chimici, farmaceutici, fibre sintetiche”) . Appena sotto si trovano Pavia (+15,3%), Lodi (+14,3%), Brescia (+13,6%) e Lecco (+12,9%). Seguono Sondrio (+9,1%), Varese (+8,6%) e Bergamo (+8.0%). Sotto la media lombarda, pari a +8,1%, si trovano solo Bergamo (+8,0%), Milano (+4,5%), Mantova (+3,2%) e, in ultima posizione, Como (+1,3%).

Il saldo commerciale della provincia di Como, dato dalla differenza tra le esportazioni e le importazioni, supera i 2,6 miliardi di euro, in significativo aumento rispetto al 2016 (+104 milioni).

Per quanto riguarda i mercati di destinazione dei prodotti manifatturieri comaschi, il tratto generale che emerge dall’analisi dei dati è che la prestazione di Como risulta sistematicamente inferiore a quella registrata in Lombardia e in Italia, con pochissime eccezioni: solo tre nelle prime 20 posizioni (Turchia, Hong Kong ed Arabia Saudita).

clicca qui per ingrandire

 

Al primo posto si posiziona la Germania che, con più di 820 milioni di euro, conferma il proprio primato: questo mercato assorbe il 14,7% dei prodotti esportati da Como e il dato è in crescita (+3,9%; +31 milioni). In Lombardia e in Italia, tuttavia, il tasso di crescita è ancora maggiore. Mantiene il secondo posto, con 651 milioni, il mercato francese che, dopo il piatto andamento del 2016, cresce del +4,4%. Al terzo posto ritroviamo la Svizzera, Paese che, data sua vicinanza, ha un rapporto privilegiato con Como (sono comasche il 7,2% delle esportazioni della Lombardia verso la Confederazione Elvetica).

Anche per quanto riguarda le importazioni primeggia la Germania: da questo Paese vengono importate merci per più di 581 milioni di euro, in consistente crescita rispetto al 2016 (+5,5%). Si noti che vengono dalla Germania più del 20% delle importazioni comasche. Con 533 milioni, il secondo partner commerciale è la Cina, i cui valori dell’import crescono del +3,3% rispetto all’anno precedente. Si osservi che i prodotti cinesi costituiscono il 18,7% dell’ammontare provinciale. A seguire, troviamo la terza classificata, ovvero la Francia: le importazioni da questo Paese, pari a 193,5 milioni di euro, risultano in notevole decremento (-10,6%)

L’analisi della performance export per voce merceologica mette in evidenza per la provincia di Como un quadro piuttosto variegati: non tutte le principali specializzazioni del territorio comasco risultano in crescita. Inoltre, tutti e tre i distretti produttivi (tessile, macchinari e mobile) non hanno raggiunto i massimi storici del 2015.

clicca qui per ingrandire

 

Al primo posto si collocano i prodotti tessili che, con 912 milioni di euro, rappresentano il 16,2% dell’export complessivo provinciale. Il dato risulta in aumento del +2,0%, in linea con il +2,2% registrato a livello regionale. Si consideri sono realizzati a Como il 24,2% dei prodotti tessili esportati dalla Lombardia.

Secondi sono i macchinari con 757 milioni di euro, pari al 13,5% del totale. Il settore ha registrato una solida crescita, pari a quasi il +7% rispetto al 2016. L’incremento supera sia quello lombardo (+6,4%), sia quello italiano (+5,4%).

A stonare in questa classifica, finora in positivo, è il settore dei mobili, al terzo posto. Con 663 milioni di euro, pari al 13,5% del totale export comasco, è in calo, seppur solo del – 0,4%. Si osservi come il dato provinciale si contrapponga sia a quello regionale (in crescita del +2,8%), che a quello nazionale (+3,5%). Pur riscontrando un leggero calo, questa voce merceologica si mantiene importante per il totale regionale: l’incidenza di Como sulla Lombardia è pari al 25,3%. Il distretto locale si compone anche della parte legno, con ulteriori 81 milioni di euro di export. Dopo il pessimo 2016, il dato è in crescita di un buon 10%, superiore al dato regionale (+7,0%) e nazionale (+6,5%).

Per le importazioni la prima voce, saldamente sul podio, è quella dei prodotti chimici, farmaceutici, fibre sintetiche, con importazioni per 547 milioni di euro. Il dato, anche quest’anno è risultato in calo (-1,0%). Il settore, malgrado questi dati, risulta comunque in surplus commerciale (83 milioni). Al secondo posto si posizionano i prodotti tessili, con merci importate per un controvalore di 363 milioni di euro, in crescita del +4,2% rispetto al 2016. Il settore ha un surplus commerciale di oltre mezzo miliardo. Seguono i macchinari con importazioni per 353 milioni, in crescita del +2,8%. Tra gli altri settori si noti l’incremento registrato dalla componentistica per mezzi di trasporto e il decremento del settore cuoio e concia