Confcommercio: “Il nuovo Dpcm uccide il settore dei congressi e degli eventi”

Caterina Franci 22 Ottobre 2020

Economia/Lavoro

Lariofiere (foto archivio)

 

COMO – Il Dpcm del 18 ottobre mette in profonda crisi il settore dei congressi e degli eventi. Con la decisione di sospendere i congressi rischia la chiusura un settore che genera un indotto di 64,7 miliardi di euro con un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi di euro/anno (l’Italia rappresenta la sesta nazione al mondo per impatto economico generato dal settore degli eventi e dei congressi) e che impiega 569 mila addetti.

“Un settore trainante del turismo – sottolinea il Presidente degli Albergatori di Confcommercio Como Roberto Cassani – che assicura l’occupazione alberghiera anche in bassa stagione, riveste un peso importantissimo per le città e promuove all’estero l’immagine dell’Italia, coinvolgendo tutta la filiera (alberghi, centri congressi, agenzie organizzatrici, aziende di trasporti, società di catering e di servizi tecnici) e l’intera destinazione (ristoranti, taxi, musei, shopping, etc.)”.

È fondamentale sottolineare che il settore dei congressi e degli eventi è estremamente professionalizzato e sicuro. “Gli alberghi – continua Roberto Cassani – e tutta la filiera connessa all’organizzazione dei congressi hanno investito in sistemi di sanificazione, si sono dotati e applicano protocolli di sicurezza molto rigidi; prevedere poi che in una location sia possibile svolgere attività di spettacolo, fieristica, o una manifestazione sportiva in presenza di pubblico ma non un’attività convegnistica appare incomprensibile e certamente discriminatorio”.

“La chiusura dei congressi mette in definitivo lockdown un settore che oggi ha già cancellato più della metà degli eventi previsti per il 2020 – evidenzia il direttore di Confcommercio Como Graziano Monetti – e che, privato della possibilità di programmazione, non ha con tutta probabilità nessuna possibilità di lavorare anche nel 2021”.