Lurago d'Erba

Omicidio sulla SS36 ad Arosio, fermato un uomo di Lurago d’Erba

Caterina Franci 1 Marzo 2018

Cronaca, Lurago d'Erba

LURAGO D’ERBA – I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Cantù, della Stazione CC di Lurago d’Erba e i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Milano, con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza e Brianza, nelle prime ore del mattino di sabato scorso (24 febbraio 2018), hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo nei confronti di A.I., classe 1978, residente in Lurago d’Erba, per il reato di omicidio.

All’alba dello scorso 26 gennaio, infatti, a Briosco – tratto strada provinciale 102 svincolo strada statale 36 direzione Milano, Ghazal Azeddine, nato in Marocco il 1 maggio 1990, in Italia senza fissa dimora, era stato trovato ferito, accoltellato all’addome, e subito trasportato presso ospedale S. Gerardo Monza dov’è poi deceduto per le lesioni riportate.

Subito erano cominciate le indagini da parte delle forze dell’ordine: decisive per fare chiarezza sull’omicidio le deposizioni spontanee della convivente di A.I. fatte ai Carabinieri di Lurago d’Erba, che hanno consentito di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza a carico dell’uomo.

Gli inquirenti hanno anche ritrovato l’arma utilizzata per commettere il delitto, un coltello da cucina. Sul movente, l’ipotesi più accreditata è quella di delitto connesso allo spaccio di sostanze stupefacenti nelle zone boschive vicine a dove si è verificata l’aggressione. Nello specifico, sembrerebbe che A.I. abbia acquistato della droga senza pagare il corrispettivo a Ghazal Azeddine, decidendo di ucciderlo per non subire ritorsioni. 

Nella ricostruzione fatta dagli inquirenti il luraghese si sarebbe recato dal cittadino marocchino, munito di coltello da cucina, con il chiaro intento di prendere lo stupefacente senza pagarlo e “cancellando” ogni testimonianza uccidendolo. Una volta compiuto il fatto di sangue, A.I. sarebbe tornato a casa dove ha lasciato l’arma del delitto nel lavello della cucina (come riferito da un testimone). Nella circostanza avrebbe poi detto alla convivente di voler “uccidere tutti i marocchini”: la donna a quel punto avrebbe deciso di raccontare tutto ai Carabinieri.

L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato associato presso la casa circondariale di Como.