Alzate Brianza

Alzate, il commosso addio a Cinzia: “La tua vita non è perduta”

Caterina Franci 19 Luglio 2018

Alzate Brianza, Cronaca

ALZATE BRIANZA – “E’ un momento difficile, e dobbiamo viverlo insieme, darci consolazione e forza nel dolore della morte della nostra cara Cinzia. Questi giorni sono stati devastati da sentimenti, pensieri contrastanti, dubbi, domande. Siamo di fronte ad un mistero grande, quello della morte, inutilmente cercheremmo una spiegazione logica. Dobbiamo rimanere in silenzio, senza sprecare inutili parole e accettare di stare in questa condizione”.

Difficili parole di consolazione quelle pronunciate da Don Lodovico Colombo, parroco di Alzate Brianza, durante i funerali di Cinzia Parpagiolla, la 53enne scomparsa di casa e ritrovata senza vita nel Lago del Segrino poco più di una settimana fa.

Tanti i compaesani che giovedì mattina hanno voluto riunirsi nella Chiesa di San Pietro e Paolo per dare un ultimo immaginario abbraccio a Cinzia e soprattutto stare vicino alla sua famiglia. In prima fila il marito Giuseppe e il giovane figlio Andrea, il cognato, i nipoti Michael e Jessica, altri parenti, i colleghi di lavoro, gli amici di sempre. Ma anche chi Cinzia la conosceva ‘di vista’, chi in paese la incontrava di tanto in tanto. Alzate ha voluto dare così l’ultimo tributo di affetto alla 53enne, impiegata presso una casa di cura di Albese.

Per 20 giorni le speranze dei parenti, degli amici e dei conoscenti non si sono spente, le ricerche non si sono fermate. Anche la trasmissione televisiva Chi l’ha visto? era giunta ad Alzate per raccontare la storia di Cinzia. Poi il tragico ritrovamento, lo scorso martedì, nel canneto del Segrino, dove i Carabinieri e i Vigili del Fuoco erano impegnati nell’ennesima ricognizione, alla ricerca di qualche traccia della donna. Dapprima l’incredulità, poi i dubbi, la speranza che non si trattasse proprio di Cinzia Parpagiolla. Lunedì pomeriggio la conferma, data dalla fede trovata al dito, riconosciuta dal marito Giuseppe. Si è chiusa così nel più drammatico dei modi una vicenda intorno alla quale le domande sono ancora tante, e probabilmente destinate a rimanere senza risposta.

“È un momento difficile – ha ripetuto Don Lodovico – perché dobbiamo dire a Giuseppe e ad Andrea parole che possano arrivare dentro il loro cuore di marito e di figlio, un cuore straziato dal dolore. Indugiamo nel senso di colpa, forse potevamo fare di più. Oggi la parola di Dio non ci rende più facile comprendere ma ci può aiutare a guardare la nostra vita con uno sguardo diverso. Il signore – ha continuato il parroco – accoglierà Cinzia tra le sue braccia come la figlia che era, che nella sua vita ha creduto nel valore della famiglia, nel suo lavoro, tramite il quale si prodigava ad aiutare le persone più bisognose e fragili. Nonostante il nostro affetto per lei non siamo riusciti a vincere il male di vivere, ma ricordiamoci che la nostra vita, e la nostra morte, così come quelle di Cinzia, non sono indifferenti per Dio”.

La vita di Cinzia, così brutalmente strappata dai nostri affetti, non è perduta. Ll suo sorriso non si è spento, il suo sguardo è ancora rivolto a noi oggi, in particolare a voi Giuseppe e Andrea, per aiutarci a credere che la vita è un dono grande, che l’amore e la solidarietà vale la pena di viverli fino in fondo” ha concluso il don.

Al termine della Santa Messa la bara di Cinzia è stata portata fuori dalla Chiesa, nel composto silenzio dei parenti e dei presenti, per poi proseguire verso il cimitero dove riposerà in eterno.

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