Erba

Vigili del Fuoco di Erba. Il caposquadra Silvio Miotto va in pensione

Miryam Colombo 29 Agosto 2018

Attualità, Erba

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ERBA – Dopo la pensione sul lavoro è arrivata anche quella dai Vigili del Fuoco. Caposquadra e autista del Distaccamento di Erba, Silvio Miotto, classe 1957, ha tagliato l’importante traguardo dei 40 anni di servizio, ma per lui è giunta da Roma la comunicazione ufficiale della sospensione dal suo incarico per il raggiungimento del limite d’età, previsto a 60 anni e 7 mesi.

Silvio Miotto

Non solo una scelta di volontariato, ma una vera e propria passione quella di Silvio, diventato pompiere non appena terminato il servizio militare come Parà della Folgore: “Avevo 20 anni quando mio zio Luciano, già Vigile del Fuoco a Erba, mi ha proposto di fare domanda come volontario – ha spiegato – Ho scelto volentieri di intraprendere questa strada anche perché ne sono sempre stato appassionato”.

Una passione trasmessa anche ai due figli, Stefano, 27 anni, e Giorgio, 21 anni, che prestano servizio come volontari rispettivamente nei distaccamenti di Erba e di San Fedele Intelvi: “Sono felice che entrambi abbiano scelto di fare i Vigili del Fuoco. Sono agli inizi e, come dico sempre loro, anche quando ci siamo trovati a lavorare insieme, è importante che ascoltino sempre le indicazioni del caposquadra e i consigli dei vigili più esperti”.

Famiglia, lavoro, Vigili del Fuoco: meccanico di macchine tessili, Silvio ha sempre cercato di conciliare queste dimensioni, garantendo un servizio pressoché quotidiano. E ora sono tanti e differenti gli interventi diventati per lui ricordi indelebili: “Negli anni ’80-90 abbiamo prestato soccorso in tantissimi incidenti stradali, le famose “stragi del sabato sera”. Non è stato facile, vedere giovani anche in gravi condizioni” ha ricordato. “Ero presente anche in alcune operazioni piuttosto complesse come nel 1981 l’incendio alla raffineria Ilsea del Moregallo (Valmadrera), durante la grande nevicata del 1985 in cui hanno perso la vita quattro donne in un incidente stradale a Pusiano e l’Elmepe è crollato, nel 1987 la caduta dell’Atr 42 a Conca di Crezzo, la ‘strage di Erba’ del 2006”.

Esperienza decisiva la partenza per l’Aquila, dopo il terremoto del 2009: “Sono stato un paio di settimane nelle zone terremotate insieme ai Vigili del Comando di Como. È stata un’esperienza umana importante: abbiamo lavorato in modi differenti e le persone ci hanno sempre dimostrato la propria gratitudine”.

Un percorso di crescita, quello da Vigile del Fuoco, coltivato di giorno in giorno, di intervento in intervento: “Come volontari, siamo tenuti a determinate ore di addestramento, ma ciò che fa la differenza è l’esperienza sul campo perché permette di acquisire sicurezza e dimestichezza con il lavoro. Ti accorgi di quanto sia importante soprattutto quando hai la responsabilità anche di altri uomini: da caposquadra, devi saper infondere fiducia al gruppo e reagire con la giusta freddezza perché tutto possa andare per il meglio”.

Oltre all’esperienza personale, la formazione costante: “In questi 40 anni di servizio, ho visto cambiare e migliorare molte cose: le tecniche, gli strumenti, i protocolli si sono evoluti nel tempo e ci hanno permesso di operare con maggior consapevolezza e professionalità – ha dichiarato – Anche noi vigili volontari abbiamo avuto la possibilità di partecipare a corsi di formazione per acquisire competenze specifiche, almeno a livelli basilari, che ci permettano di coadiuvare le squadre specializzate che arrivano in supporto nelle situazioni più difficili. Una svolta importante è stata data anche dalle norme di prevenzione: i primi anni in cui facevo il vigile erano tantissimi gli interventi in fabbriche, cascine, attività. Oggi, gli adeguamenti imposti dalla normativa hanno notevolmente ridotto i rischi”.

Un luogo del cuore il distaccamento di Erba, in cui Silvio ha stretto amicizie e, come ha ammesso, ha trascorso anche momenti di allegria insieme agli altri vigili. Tanto che, all’arrivo della lettera dal Ministero, sono state tante le manifestazioni di affetto e di gratitudine che amici e compagni hanno mostrato: “Quando il capo distaccamento ha dato la comunicazione, in molti mi hanno ringraziato, ma sono io stesso a ringraziare loro per quel legame che negli anni si è creato e rafforzato. Mi mancheranno e soprattutto sentirò la mancanza dei giovani, nei quali credo molto e a cui sono affezionato”. E un pensiero particolare va anche alla moglie, Antonia: “Sicuramente devo dirle grazie per avermi, come si dice, supportato e sopportato anche se non è sempre stato facile”.