Como

Spaccio, rifiuti, turismo, il rapporto sulle mafie in Lombardia

Caterina Franci 12 Marzo 2019

Attualità, Como

COMO – Si è tenuta lunedì mattina a Palazzo Pirelli la presentazione del secondo “Rapporto sul monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia”, commissionato dalla Giunta regionale a CROSS, l’Osservatorio sulla Criminalità organizzata dell’Università di Milano.

Inquietanti i dati emersi relativi alla presenza mafiosa nel Comasco. In primo luogo, la ricerca denuncia “una diffusa, fitta e allarmante presenza nelle province di Como e Varese di zone boschive in cui sono allestite cittadelle naturali di spaccio al dettaglio (non solo minuti) presidiate con efficientissimi sistemi di sorveglianza e autotutela”.

In secondo luogo, il gruppo di ricerca ha individuato nei numerosi episodi incendiari a impianti di stoccaggio e smaltimento, inceneritori e discariche abusive (anche nella provincia di Como) una spia di un interesse criminale crescente.

Inoltre, l’Osservatorio disegna una mappa in Lombardia dei centri massaggi cinesi, sospettati di essere utilizzati per lo sfruttamento della prostituzione.

Significativo l’intervento del professor Nando Dalla Chiesa sull’urgenza di alleanza istituzionali e civili di contrasto e controllo delle mafie nei territori: tale necessità è rappresentata, ad esempio, dalle continue intimidazioni perpetrate dal clan Morabito durante le udienze del processo sulla ‘ndrangheta a Cantù. Alla presentazione del Rapporto di Ricerca sulle mafie in Lombardia c’erano molte autorità tra cui Monica Forte, Presidente della Commissione speciale Antimafia di Regione Lombardia. Forte ha ricevuto parole di elogio per l’impegno, la dedizione e l’attenzione costante a questi temi mostrati tra i cittadini lombardi.

I dati sulla presenza delle mafie nei nostri territori, tuttavia, invitano a non abbassare la guardia.

“La conoscenza del fenomeno mafioso è un presupposto indispensabile per poterlo combattere, perché solo con una chiara e puntuale chiave di lettura della sua complessità si possono individuare le necessarie politiche di intervento”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale Riccardo De Corato. “I settori di interesse della criminalità – ha ricordato l’assessore – vanno dai più tradizionali commercio, rifiuti, ciclo del cemento e filiera ortofrutticola, ristorazione alle più recenti penetrazioni nel settore sanitario e in quello turistico. Le aree sotto traccia sono quelle su cui è più difficile intervenire: usura, turismo appartamenti e farmacie“. Ma il problema della criminalità va anche oltre i confini nazionali: le mafie straniere (nigeriana, cinese, abanese) si sono particolarmente ‘saldate’ con quella italiana.

“Dalla ricerca presentata oggi – ha sottolineato De Corato – emerge tra gli altri un dato davvero significativo: nel 2017 la Lombardia si colloca al 5° posto tra le regioni con il maggior numero di beni immobili e aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata“.

“La situazione non migliora, anzi ci collochiamo tra le province a maggiore intensità di infiltrazione mafiosa subito dopo Milano – ha commentato Raffaele Erba, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – Nel Comasco la situazione rispetto all’anno scorso si è aggravata ulteriormente. Oggi più che mai serve una presa di posizione e una serie di azioni necessarie per affrontare la problematica. Occorre che le istituzioni siano presenti attraverso sportelli specifici e misure che sostengano chi trova il coraggio di denunciare. Senza dimenticare il lavoro di educazione alla legalità da portare avanti nelle scuole”.