Como

Sommerso nel turismo, Confcommercio: “Superati i livelli di guardia”

Caterina Franci 19 Maggio 2017

Attualità, Como, Economia/Lavoro

COMO – “Il sommerso nel turismo ha superato il livello di guardia creando gravi conseguenze per i consumatori, per la collettività e per il mercato”.

E’ quanto afferma il Presidente degli Albergatori di Confcommercio Como Roberto Cassani che sottolinea come il fenomeno “danneggi tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza”.

“In questi giorni – aggiunge il direttore di Confcommercio Como Graziano Monetti – il Parlamento sta esaminando un decreto legge che assegna ai portali il compito di prelevare alla fonte la cosiddetta cedolare secca, pari al 21% del prezzo pagato dai clienti degli appartamenti in affitto”. Una soluzione positiva ma non sufficiente, che dovrà essere integrata con altre misure di tutela ad esempio in materia di igiene e sicurezza, di pubblicità ingannevole, etc.

“La cosa fondamentale – continua Roberto Cassani – è aggiungere alle buone regole gli opportuni controlli. Ora, infatti, non ci sono più scusanti; gli organi competenti hanno come strumento di controllo la nuova legge regionale del turismo che obbliga tutte le tipologie di strutture ad adeguarsi, entro il prossimo 8 agosto, ad una serie di adempimenti normativi, strutturali e fiscali costringendole ad equipararsi in modo chiaro e senza più fraintendimenti”.

La Presidente del gruppo bed & breakfast di Confcommercio Como Paola Gonella è d’accordo e aggiunge che “la nuova Legge regionale sul turismo va nella direzione giusta per bloccare l’abusivismo e favorire la concorrenza leale. Ora, al fine di darne piena efficacia, è opportuno che vi siano i giusti controlli per tutelare tutte le strutture che operano nelle regole. Sono inoltre allo studio a livello regionale soluzioni per rendere più tracciabile e trasparente l’offerta turistica anche sul web”.

L’Associazione ha censito le strutture parallele che vendono camere sui principali portali ed ha programmato di mettere gli elenchi nominativi a disposizione delle Autorità investigative competenti e delle amministrazioni nazionali competenti.

A livello nazionale, infatti, erano disponibili ad aprile 2017 su Airbnb 214.483 alloggi; le strutture di natura analoga censite dall’Istat sono 103.459. Questo significa che esistono almeno 110.000 alloggi che sfuggono ad ogni controllo e che fanno parte di quel sommerso che danneggia l’intero territorio e il consumatore finale.

E’ proprio per tutelare il consumatore finale la Federazione nazionale tiene a pubblicare 3 “bugie” che emergono dallo studio delle inserzioni contenute nel portale:

non è vero che si tratta di attività occasionali: la maggior parte degli annunci si riferisce ad alloggi disponibili per oltre sei mesi all’anno (ricordiamo che gli alloggi gestiti da privati come i b&b hanno l’obbligo di chiusura di almeno 90 giorni durante l’anno anche non consecutivi);

non è vero che si tratta di piccoli redditi: oltre la metà degli annunci, infatti, sono pubblicati da persone che amministrano più alloggi (anche oltre 300);

non è vero che si condivide l’appartamento con il titolare: obbligo del titolare del b&b è avere la residenza presso l’abitazione in cui offre ospitalità. La maggior parte degli annunci si riferisce all’affitto di interi appartamenti in cui non abita nessuno.

A livello locale, Confcommercio Como sta monitorando il fenomeno cercando di trovare delle soluzioni e delle possibili forme di collaborazione con le Autorità competenti al controllo al fine di tutelare tutte le strutture ricettive alberghiere e extra alberghiere che svolgono la propria attività nel rispetto delle regole e del mercato.