Ponte Lambro

Ponte Lambro: in tanti alla serata in memoria di Ilaria Alpi

Lorenzo Colombo 23 Marzo 2019

Attualità, Ponte Lambro

PONTE LAMBRO – Un incontro carico di emozioni quello che si è tenuto ieri sera, venerdì, nella Sala Consiliare di Ponte Lambro in memoria di Ilaria Alpi a 25 anni dal suo assassinio avvenuto a Mogadiscio in Somalia, dove con lei venne ammazzato anche il cineoperatore Miran Hrovatin.

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, in collaborazione con la Biblioteca di Ponte Lambro, ha voluto ricordare Ilaria con un incontro che ha visto l’intervento dal giornalista, ex direttore di Rainews24 e già senatore, Corradino Mineo e dalla giornalista de “Il Giorno” Paola Pioppi.

Oggi, a distanza di 25 anni, ancora non si conoscono gli esecutori e i mandanti dell’omicidio di Ilaria e di Hrovatin.

A riavvolgere il nastro di quel tragico episodio è Paola Pioppi: “Era il 20 marzo del 1994 quando i due giornalisti sono stati aggrediti da circa 8 uomini mai identificati. Ilaria e Miran sono stati uccisi da una raffica di kalashnikov. Omicidio che è avvenuto un giorno prima del loro rientro in Italia. In seguito a quella truce esecuzione c’è stato un processo durato quasi 20 anni. Pochi giorni fa c’è stata una richiesta di archiviazione del caso. Ma se la madre di Ilaria purtroppo non c’è più per continuare la sua lotta, l’organo dei giornalisti si è mosso affinché si possa fare chiarezza su quanto accaduto”.

E’ storia recente la riapertura delle indagini nel 2017 da parte della procura di Roma con la richiesta, qualche mese dopo,  di archiviazione. Una richiesta alla quale la famiglia Alpi si è fermamente opposta con il Gip che nel 2018 ha disposto ulteriori accertamenti. Nel frattempo la madre di Ilaria, Luciana Alpi, è venuta a mancare. E’ morta all’età di 85 anni dopo aver lottato per ben 24 anni affinché emergesse la verità sull’omicidio di sua figlia. Poi, lo scorso febbraio la procura di Roma ha nuovamente chiesto l’archiviazione delle indagini.

Corradino Mineo che ha lavorato con Ilaria al TG3 si è espresso con durezza: “Da sempre si è cercato di depistare la verità. Dai primi viaggi in Somalia ancora prima che tornassero i corpi fino al trovare un colpevole finto per far sembrare che non c’era nulla di strano, che non c’erano coinvolgimenti di servizi segreti. È molto difficile oggi arrivare alla verità perché la capacità nel nostro paese di insabbiare e distruggere le prove è straordinaria. Credo che Ilaria stesse facendo un’indagine che dava fastidio a qualcuno. In particolare, penso che lei avesse scoperto qualcosa di interessante sulla questione dei rifiuti tossici”.

Queste sono delle ipotesi, Ilaria infatti non aveva dichiarato nulla nello specifico: “Io non avevo capito perché stava partendo – ha proseguito Mineo – Sicuramente oggi ritengo che lei aveva in mano degli appunti sui traffici dei rifiuti e voleva capire dove andavano a finire quei soldi, che poi si è scoperto destinati ai signori della guerra. Suppongo avesse scoperto un traffico internazionale di rifiuti tossici prodotti nei paesi industrializzati e dislocati in alcuni paesi africani in cambio di tangenti e armi scambiate coi gruppi politici locali. Probabilmente non ha rivelato lo scopo di questo viaggio perché poteva andare incontro ad un rifiuto vista la pericolosità. Nessuno sapeva il motivo, nemmeno i miei collaboratori. Proprio per questo è andata senza scorta. Io sono molto dispiaciuto poiché se lo avessi saputo avrei certamente imposto una rete di protezione”.

Molti aspetti non solo chiari sulla vicenda già dall’inizio: “In Italia – ha ricordato Corradini – sono arrivate sei videocassette di Hrovatin e solo tre taccuini di Ilaria. Davvero poco materiale rispetto a ciò che si prepara generalmente durante un’esperienza simile. Inoltre, le immagini appaiono modificate e in alcuni casi mancanti di elementi, così come negli appunti di Ilaria. Evidenza che tuttavia non hanno ancora permesso di fare chiarezza sul motivo di quel duplice omicidio”.

Una serata partecipata quella di ieri sera e ricca di spunti di riflessione. Una serata dedicata a una donna coraggiosa con un grande senso di giustizia.