Ponte Lambro

Ponte Lambro. Eredità contestata, un mese per trovare l’accordo

Caterina Franci 1 Giugno 2018

Attualità, Ponte Lambro

In Tribunale ad Aarau per la battaglia legale sull’eredità dell’ingegner Arnaldo Haechler

 

PONTE LAMBRO – Una lunga battaglia legale intorno ad un’eredità che, testamento alla mano, avrebbe dovuto già essere del Comune di Ponte Lambro: l’annosa vicenda comincia nel 2013, anno in cui viene alla luce il testamento dell’ingegnere Arnaldo Haecler, imprenditore molto affezionato al paese (qui visse gran parte della sua vita) morto nel 2011.

Dopo la morte la ricca eredità dell’ingegnere venne distribuita tra una quindicina di nipoti, fino al colpo di scena avvenuto due anni dopo la sua morte: il ritrovamento del testamento in cui Haecler destinava i suoi averi italiani (principalmente terreni, immobili e soldi) alla Casa di Riposo Villa Guaita di Ponte Lambro, e quelli svizzeri ad un nipote non appena fosse diventato maggiorenne.

Non essendoci più la Casa di Riposo, l’eredità avrebbe dovuto andare al Comune di Ponte Lambro: “Villa Guaita era un’azienda speciale comunale – ha spiegato il sindaco Ettore Pelucchi – ora in paese c’è una struttura privata, quindi è chiaro che i beni lasciati in eredità siano destinati al Comune”.

Un’introito che potrebbe ammontare fino a poco meno di due milioni di euro: “La parte immobile comprende tre edifici situati a Lezza che ammontano a poco più di 600 mila euro, poi c’è la parte di denaro, stimata intorno ad un milione” ha chiarito il sindaco.

Poco dopo il ritrovamento del testamento il nipote destinatario dei beni svizzeri ha deciso di fare causa agli altri parenti che si erano spartiti l’eredità tra di loro. Così ha avuto inizio la lunga battaglia legale che vede il Comune impegnato oramai da quasi quattro anni e che però, finalmente, potrebbe vedere una svolta.

A inizio settimana infatti il Comune è stato convocato nel Tribunale svizzero di Aarau, dov’è in corso il processo, insieme a tutte le altre parti, una ventina di soggetti in totale: “Il giudice ha chiesto di trovare un accordo per poter avere ciascuno quello che rivendica, o almeno la parte restante. L’eredità che ci spettava sicuramente è già stata parzialmente utilizzata dai nipoti che se la sono spartita dopo la morte dell’ingegnere, ma qualcosa si può forse recuperare e non sarebbe da poco – ha detto Pelucchi, che in Tribunale era accompagnato dall’avvocato Umberto Grella – questo incontro più che la luce infondo al tunnel potrebbe definirsi il suo ingresso. Abbiamo un mese di tempo per cercare di trovare un accordo con le altre parti, che sostanzialmente consisterebbe nel rinunciare ciascuno a qualcosa ma di poter portare a casa il resto. Speriamo di riuscirci” ha concluso il sindaco.