Ponte Lambro

Ponte Lambro. Aumenti sull’acqua, è scontro tra cittadini e Comune

Miryam Colombo 4 Settembre 2019

Attualità, Ponte Lambro

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PONTE LAMBRO – Una serata partecipata e a tratti tesa quella di martedì sera a Ponte Lambro per la presentazione della nuova modalità di gestione del Servizio Idrico Integrato. Relatori della serata il sindaco Ettore Pelucchi e l’ingegner Luigi Longhi, responsabile Area di Gestione di Como Acqua.

L’incontro di ieri sera, a cui avrebbe dovuto partecipare anche il presidente di Como Acqua, Enrico Pezzoli, assente per un imprevisto familiare, è stato voluto dall’Amministrazione per spiegare ai cittadini le ragioni dell’aumento notevole delle bollette dell’acqua, in distribuzione proprio in queste settimane.

Il Servizio Idrico Integrato

A gettare luce sui passaggi che hanno portato alla costituzione del servizio idrico integrato è stato il primo cittadino: “Fino a qualche anno fa eravamo abituati a pensare al sistema idrico come a qualcosa gestito direttamente dal Comune che di fatto gestiva un proprio servizio – ha dichiarato – Nel corso degli anni i servizi di fognatura e depurazione sono stati affidati a Asil, azienda pubblica costituita dai comuni, mentre l’acquedotto è rimasto nelle mani del Comune”.

Il sindaco di Ponte Lambro, Ettore Pelucchi

 

Tutto cambia nel 2003 quando una Legge Regionale stabilisce che il servizio idrico avrebbe dovuto essere affidato ad un unico gestore per ciascuna provincia lombarda: “I Comuni e la Provincia cercano di adeguarsi, ma il processo è lungo e nel 2012 si arriva a definire la modalità di gestione cioè attraverso un gestore unico per la Provincia di Como – ha continuato Pelucchi – Vagliate le diverse possibilità, l’ente di governo dell’ambito ha optato per la forma di gestione in house providing, che equivale a dire che la Provincia ha al proprio interno un gestore costituito da tutti i comuni”.

“Queste operazioni vengono approvate a larghissima maggioranza dai Comuni e dalla Provincia e nel 2013 tutti i Comuni votano nei Consigli Comunali la costituzione di Como Acqua, società completamente pubblica a cui sarà affidata la gestione del servizio idrico integrato – ha proseguito il sindaco – In seguito, sono stati raccolti dati sullo stato e sulle esigenze di ogni Comune per poter definire un piano d’ambito (a durata ventennale) che comprendesse tutti gli investimenti richiesti nella Provincia, circa 700 milioni di euro per la Provincia di Como”.

In questa fase, il servizio idrico integrato (comprendente cioè i servizi di acquedotto, fognatura e depurazione) viene affidato a Como Acqua e tutte le società che fino ad allora avevano gestito il servizio (undici come Asil) confluiscono nel gestore unico che dal 2018 diventa referente esclusivo per la gestione del servizio idrico provinciale.

I soggetti coinvolti nella gestione

L’ingegner Luigi Longhi, responsabile Area di Gestione di Como Acqua, si è quindi soffermato sui diversi soggetti coinvolti nella gestione del servizio idrico integrato: “Al di sopra di tutti c’è Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente – ha spiegato – L’ente, che prima si occupava esclusivamente di energia elettrica e gas, ha assunto dal 2012 funzioni regolatorie nel sistema idrico integrato (dal 2012) poi nel trattamento rifiuti. È un ente nazionale che ha il compito di regolare il servizio idrico in tutta Italia attraverso delle deliberazioni che devono essere messe in pratica dai gestori e che riguardano tutte le sfaccettature del servizio idrico, bollettazione, modalità di presentazione delle bollette, coefficienti di qualità, tempi di attivazione dei servizi, penalità. Accanto all’attività regolatoria c’è poi quella di verifica: Arera verifica che i gestori operino secondo le deliberazioni delle autorità”.

L’ingegner Luigi Longhi, responsabile Area di Gestione di Como Acqua

 

“Tutte le deliberazioni di Arera vengono calate dagli Ato (Ambiti Territoriali Ottimali), il soggetto regolatore locale, costituiti principalmente dalla Provincia che ha come braccio operativo l’Ufficio d’ambito che cala le deliberazioni dell’Arera sul territorio – ha continuato Longhi – Quindi l’Ato mette in pratica le indicazioni valide a livello nazionale sul territorio”.

A chiudere è il gestore unico, Como Acqua per il comasco: “Como Acqua è il soggetto pubblico che deve mettere in atto tutto quello che è previsto dall’ente di regolazione e deve gestire il pacchetto dei servizi del servizio idrico integrato che dagli anni ’90 a livello europeo comprende il sistema idrico, la fognatura e la depurazione. Si tratta di settori diversi con esigenze diverse, ma a livello di costi tutti i settori vengono riversati all’interno della tariffa”.

Le tariffe

Ad accendere il dibattito in sala è stato proprio il punto riguardante le tariffe: nelle ultime settimane, infatti, i cittadini di Ponte Lambro hanno ricevuto bollette dell’acqua più salate rispetto al solito. Infatti, se i cittadini di Ponte Lambro erano soliti pagare 0,07 euro a metro cubo, nell’ultima fatturazione il costo è passato a 0,58 euro a metro cubo con un conseguente notevole aumento delle cifre. A questo si aggiunge che la bolletta appena ricevuta comprende i costi relativi al primo semestre del 2019 e il conguaglio dell’arretrato, adeguato a 0,58 euro al metro cubo, di tutto il 2018.

“La tariffa viene costruita dal soggetto regolatore locale sulla base delle indicazioni di Arera per la copertura dei costi operativi, come i costi personale, energia, smaltimento rifiuti, interventi, e dei costi di investimento come la sistemazione dell’impianto. Commisurati agli anni di ammortamento, per quota a parte i costi di investimento vengono fatti confluire nelle tariffe – ha continuato Longhi – Ato rileva tutti i costi di gestione del sistema idrico a livello provinciale (non dei singoli comuni), raccoglie, mappa e verifica e li declina nella tariffa media che a tendere sarà uguale per tutti i cittadini della Provincia”.

Tale tariffa, stabilita al 2021 in 0,58 euro al metro cubo per tutti i Comuni della Provincia di Como, deve coprire tutti i costi generati dal sistema in quanto, come spiegato, con la costituzione del gestore unico il solo sistema di finanziamento è rappresentato dalla tariffa.

Questione che proprio non è piaciuta ai pontelambresi presenti in sala (insieme alla minoranza) che, bollette alla mano e toni accesi, hanno sollevato una serie di problemi: l’improvviso aumento esponenziale delle bollette, il conguaglio sulla cifra già pagata per il 2018, la mancata dilazione delle tariffe, l’adeguamento non graduale al nuovo tariffario sono solo alcune delle “patate bollenti” che proprio gli utenti non riescono a digerire.

A cercare di fare chiarezza il sindaco: “Le bollette che abbiamo ricevuto riportano cifre alte perché si riferiscono ai primi sei mesi del 2019 e a tutto il 2018 – ha precisato – Inoltre, le nuove fatturazioni comprendono le tre voci di acquedotto, fognatura e depurazione. A questo dobbiamo aggiungere che Ponte Lambro fino al 2018 pagava una tariffa davvero bassa per il sistema idrico, 0,07 euro al metro cubo, e nel 2013 come Comune mettevamo 140 mila euro circa a fronte dei 280 mila euro incassati con le tariffe per coprire la parte mancante riuscendo così a mantenere fatturazioni basse. Ora le leggi non permettono queste integrazioni e costringono a una tariffa che copra interamente i costi: i costi del piano di investimento ventennale sommati ai costi di gestione e di distribuzione vengono suddivisi nella Provincia ottenendo così un costo medio uguale per tutti a metro cubo”.

“Ato ha fatto dei calcoli, comune per comune, per stabilire la progressione per arrivare alla tariffa unica d’ambito del 2021, pari a 0,58 euro al metro cubo – ha aggiunto Longhi – Alcuni comuni mantengono la propria tariffa invariata fino a questa scadenza per poi diminuirla, mentre per gli altri sono state stabilite diverse progressioni. Sulla base della Legge Regionale del 2003 è stata redatta una tabella in cui si parla di convergenza tariffaria e su cui è indicata la progressione per ogni comune in modo da arrivare dopo 5 anni a una tariffa unica che copra il costo del servizio”.

Sulla richiesta delle ragioni di un mancato adeguamento graduale, l’ingegner Longhi ha poi aggiunto: “Per quanto riguarda la Deliberazione Arera 665/2017 che prevedeva un adeguamento graduale al nuovo piano tariffario bisogna specificare che in realtà a partire da quella deliberazione il Comune non aveva più potere decisionale sulla tariffa non potendo più agire su quest’ultima – ha aggiunto Longhi – Inoltre, prima della deliberazione di aprile 2019 in cui venivano stabilite le nuove tariffe, c’è stata una deliberazione del 2018 a cui Ato aveva consigliato di non adeguarsi dal momento che erano presenti degli errori. E quindi si è poi passati a quella del 2019”.

Un tema delicato, dunque, sul quale il primo cittadino ha così chiosato: “Molti nel 2014 mi facevano notare che Ponte Lambro era un colabrodo. Grazie alla nuova gestione, grazie all’intervento di professionisti le cose sono migliorate, ma tutto ciò ha un ha un costo e abbiamo dovuto anche investire soldi comunali per risolvere grossi problemi. Questa nuova modalità di gestione non può che migliorare la nostra situazione“. E quindi ha aggiunto: “L’unica soluzione è una gestione oculata del sistema idrico integrato che vi assicuro sta avvenendo: Como Acqua è una ricchezza per i nostri territori e una gestione provinciale è un vantaggio perché permette di utilizzare le risorse”.