Merone

“Patto per il territorio”: la proposta degli ambientalisti contro le alluvioni

Lorenzo Colombo 5 Dicembre 2014

Attualità, Merone

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cavo diottiMERONE “Contro le alluvioni, superiamo la logica dell’emergenza, salvaguardando il territorio e i fiumi ed evitando nuove opere inutili”.

Dopo gli eventi alluvionali delle scorse settimane, le associazioni ambientaliste dell’alto Lambro propongono un “Patto per il territorio”, basato sulla prevenzione e su una nuova gestione del territorio e dei fiumi. A proporlo: Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” di Merone, Le Contrade e L’Orrido di Inverigo.

Le associazioni ritengono che la maggioranza delle opere di mitigazione del rischio idraulico finora realizzate sono risultate inefficaci (se non addirittura dannose). Infatti, nel caso specifico del bacino dell’alto Lambro, il Contratto di Fiume si sta rilevando l’ennesima occasione persa: l’impostazione e la gestione date da Regione Lombardia e dal Parco della Valle del Lambro, con progetti “calati dall’alto” e blindati a qualsiasi alternativa, ne riducono sensibilmente la condivisione e l’effettiva utilità.

Gli ambientalisti affermano che solo con la cultura della prevenzione si possano evitare i gravi danni alle abitazioni e alle attività, causati dalle esondazioni naturali del Lambro e dei suoi affluenti. Per questo propongono un “Patto per il Territorio” che si basa appunto sulla prevenzione e presuppone una nuova cultura di governo del territorio e dei fiumi.

Le associazioni ambientaliste propongono la prima applicazione del “Patto” nella zona di Merone, dove negli ultimi anni si sono verificati gravi eventi di “dissesto idrogeologico”: esondazioni del lago di Pusiano, allagamenti (con conseguenti evacuazioni di alcune abitazioni) nelle frazioni di Ponte Nuovo e di Baggero, smottamenti in località Stallo. A partire dagli anni passati, sempre nella zona di Merone, sono stati eseguite alcune opere di dubbia utilità come i lavori anti-esondazione a Ponte Nuovo o addirittura di nessun beneficio (con relativa dissipazione di denaro pubblico) come la vasca di laminazione a Baggero. In questo difficile scenario si devono aggiungere i lavori in corso al cavo Diotti.

Per questo le associazioni si rivolgono direttamente alle Amministrazioni comunali, ai cittadini, al mondo produttivo imprenditoriale e agricolo, a chi vive il territorio, per stringere un Patto al fine di uscire dalla “cultura dell’emergenza” e di ritrovare l’equilibrio tra esigenze oggi contrapposte: garantire la necessaria sicurezza agli insediamenti, compatibilmente con il mantenimento e/o il ripristino della qualità ambientale, territoriale e paesistica del sistema fluviale.