Bosisio Parini

Immaginazione emotiva degli adolescenti: la ricerca del centro IRCCS Medea

Miryam Colombo 6 Marzo 2018

Attualità, Bosisio Parini

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BOSISIO PARINI – Quali aree celebrali vengono attivate dagli stimoli emotivi? Come funziona l’immaginazione emotiva nel cervello durante lo sviluppo? Esistono differenze tra adolescenti e adulti? Sono queste alcune delle domande a cui ha cercato di rispondere un gruppo di ricerca dell’IRCCS Medea – La Nostra Famiglia di Udine in collaborazione con il Polo di Bosisio Parini, la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e l’Università degli Studi di Milano. Il loro lavoro è stato pubblicato sulla rivista “Brain & Cognition”.

I ricercatori hanno condotto uno studio di risonanza magnetica funzionale su un gruppo di adolescenti, tra i 14 e i 19 anni, con punteggi di normalità rispetto alle scale di valutazione di problemi emotivi e comportamentali o psichiatrici. In particolare, due sono i compiti che i ragazzi hanno dovuto svolgere durante il monitoraggio: leggere mentalmente un verbo che descrive un’emozione o leggere un verbo che descrive un’azione, immaginando se stessi nella situazione corrispondente. Come compito di controllo, hanno dovuto eseguire un compito attentivo in cui fossero impegnati in un’azione cognitiva.

Nei casi in cui è stato chiesto di immaginare verbi che descrivono situazioni emotive, come “amare” e “odiare”, i risultati delle analisi hanno mostrato un incremento di attivazione di due aree precise del cervello, il giro sovramarginale e la parte anteriore dell’insula nell’emisfero celebrale destro. Lo stesso non è stato rilevato con i verbi che richiamano azioni, come “afferrare” o “scrivere”, o mentre i ragazzi svolgevano i compiti di controllo.

“I risultati indicano che queste attivazioni somatosensoriali/enterocettive durante l’elaborazione di emozioni non sono automatiche e non sono guidate semplicemente dallo stimolo emotivo, come propone la letteratura; bensì sono flessibili e sono modulate dal tipo di compito che i soggetti svolgono”, dichiara Barbara Tomasino, ricercatrice e Responsabile Scientifico del Polo friulano dell’IRCCS Medea. Quindi, perché si attivino le aree celebrali coinvolte nella decodifica di una data esperienza emotiva, è necessario non solo pensare al verbo che esprime quest’ultima, ma anche immaginare le sensazioni corrispondenti.

Barbara Tomasino, ricercatrice e Responsabile Scientifico del IRCCS Medea-La Nostra Famiglia di Udine

 

Inoltre, è stato notato che nello svolgere la medesima attività vi è una differenza tra adulti e adolescenti: nonostante vengano attivate le stesse aree celebrali, l’attivazione del giro sopramarginale è significativamente inferiore negli adulti rispetto ai ragazzi, il cui cervello è ancora in fase di sviluppo.

La ricerca condotta comporta importanti risultati nel campo dello studio di alcune patologie: “Questi studi possono permettere di aprire una strada verso l’approfondimento degli aspetti maladattativi delle emozioni che stanno alla base della disgregazione emotivo-comportamentale che spesso si evidenzia in psicopatologia in ragazzi e adulti sofferenti di ansia, fobie o depressione”, conclude Paolo Brambilla, Professore Associato di Psichiatria presso l’Università degli Studi di Milano e presso la University of Texas at Houston, USA.