ERBA – Anche Erba ha celebrato il Giorno del Ricordo istituito il 10 febbraio con la finalità di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Questa mattina, venerdì, si è svolto un breve momento istituzionale nel cortile dietro Palazzo Majnoni, intitolato proprio ai Martiri delle Foibe. Erano presenti l’assessore Matteo Redaelli in rappresentanza dell’amministrazione comunale, le autorità militari, diversi cittadini e gli studenti.
“Dopo anni di silenzio, di indifferenza e di negazionismo, ricordiamo oggi quanti perirono in modo atroce, nelle foibe, al termine della Seconda Guerra Mondiale, restituendo le loro esistenze, come individui e come cittadini italiani, al rispetto e alla dignità della memoria – ha detto Redaelli nel suo discorso – Troppi innocenti, colpevoli solo di essere italiani – impiegati, militari, sacerdoti, donne, insegnanti, partigiani, antifascisti, persino militanti comunisti – conclusero tragicamente la loro esistenza nei durissimi campi di detenzione, uccisi in esecuzioni sommarie o addirittura gettati, vivi o morti, nelle profondità delle foibe”.
“Il massacro di tanti connazionali non venne considerato dai contemporanei, ed è solo grazie alla lotta degli esuli e dei loro discendenti se oggi questo buio capitolo dell’esodo dalmata e delle foibe è stato riconosciuto ed è entrato a far parte della storia nazionale. La cerimonia di oggi testimonia la presa di coscienza di questi fatti da parte della nostra comunità, che non può e non vuole dimenticare, affinché le tragedie del passato non si ripetano in futuro”.
Redaelli si è quindi rivolto ai giovani: “È quindi doveroso tramandare alle giovani generazioni la conoscenza di episodi della nostra storia che li aiutino a capire il passato, a non ricadere nell’errore e a custodire e trasmettere a loro volta i valori fondanti della civiltà italiana, europea e dell’umanità: il rispetto del prossimo, la solidarietà, la libertà”.
Dopo la lettura del discorso è stata depositata una corona d’alloro ai piedi della targa dedicata ai Martiri delle Foibe.
