Erba

Ghioni (PD): “Grotta del Buco del Piombo a rischio chiusura definitiva?”

Miryam Colombo 13 Dicembre 2018

Attualità, Erba

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ERBA – “Grotta del Buco del Piombo a rischio chiusura definitiva?”. Questa l’interpellanza presentata dal Consigliere di minoranza, Enrico Ghioni, Gruppo Pd e Liste civiche di Centrosinistra, che verrà discussa in Consiglio comunale lunedì 17 dicembre.

L’interpellanza del Consigliere

Il Consigliere Enrico Ghioni

Dopo i monitoraggi degli scorsi giorni, il Buco del Piombo torna dunque a far parlare di sé. Secondo il Consigliere, tuttavia, sarebbe proprio questo il problema: “Ho la netta sensazione che si sia taciuto troppo a lungo su questa situazione – ha dichiarato – Dal 2011 è impossibile accedere alla grotta che è un vero e proprio patrimonio del nostro territorio che non possiamo permetterci di perdere. È stato uno dei luoghi più frequentati dal turismo lombardo senza contare la funzione didattica che ha sempre avuto”.

Da qui, l’interpellanza: “È fondamentale che il Sindaco e l’Amministrazione assumano l’iniziativa di portare il problema nelle sedi competenti per affrontarlo nel modo adeguato – ha proseguito Ghioni – Fino a quando si rimane passivi non si cambia nulla e, quanto è peggio, si rischia di condannare ulteriormente questo luogo”. La richiesta del Consigliere è dunque quella di ottenere chiarimenti in merito alla volontà dell’Amministrazione: “Credo sia interesse di tutti capire cosa si intenda fare e come si voglia raggiungere l’eventuale obiettivo di riapertura, progetti e costi compresi – ha precisato – Il mio vuole essere il grido di allarme di un Consigliere che teme fortemente che la situazione possa solo peggiorare se non si interviene al più presto”.

 

Riserva Valle Bova parte del Parco delle Grigne?

Le sorti del Buco del Piombo e della Riserva Regionale Valle Bova sono stati oggetto di discussione anche durante la seduta della Commissione Territorio di lunedì, 10 dicembre. In questo caso, la questione ha riguardato la Delibera Regionale dello scorso novembre secondo cui il territorio montano del Comune di Erba dovrebbe essere assegnato, per competenza, al Parco delle Grigne.

Il provvedimento sarebbe l’ultimo passaggio di un processo già avviato con la Legge Regionale 28/2016: secondo quanto previsto, i parchi e le riserve di piccole dimensioni devono essere accorpati a enti maggiori secondo territorialità e tipologia. Una decisione non semplice per l’erbese che per la sua natura tanto pianeggiante quanto montuosa sarebbe stato “conteso” tra il Parco Valle Lambro e il Parco delle Grigne. La delibera regionale di novembre, che dovrà poi essere discussa in Consiglio regionale, avrebbe quindi risolto il problema attribuendo la porzione montuosa del territorio di Erba, corrispondente grosso modo con la Riserva, al Parco delle Grigne e quello pianeggiante al Parco Valle Lambro.

Una decisione importante per le sue conseguenze, della quale il Consigliere Ghioni avrebbe chiesto spiegazioni: “Sono piuttosto contrariato perché ritengo che sarebbe stato corretto condividere la decisione con tutti i Consiglieri comunali – ha spiegato – Invece, ho l’impressione che la scelta sia maturata nell’assoluto riservo dell’Amministrazione. Sono venuto a conoscenza del problema solo perché lo scorso venerdì, 7 dicembre, si è chiusa la possibilità di richiedere l’audizione in Regione per discutere di quanto stabilito e il Comune di Erba ha deciso di non avvalersi di questa possibilità”.

Secondo Ghioni sarebbe proprio la complessità della questione a rendere necessario un confronto aperto tra le parti: “Nutro dei dubbi su questa scelta soprattutto perché non rilevo continuità territoriale tra i Parco delle Grigne, istituzione del lecchese, e la nostra zona – ha precisato – Sarebbe stato forse meglio proporre l’accorpamento al Parco della Spina Verde. Per questo, avevo chiesto che fosse istituita una commissione specifica in cui confluisse anche l’ex comitato di gestione della Riserva. Quest’ultimo avrebbe potuto fornire chiarimenti sui pro e contro della scelta”.

“Ritengo che decisioni così importanti non possano non essere condivise tra tutti i membri del Consiglio” – ha quindi concluso.