Erba

Erba citata come esempio di campanilismo
su La Stampa

Admin Altreforme 16 Luglio 2013

Attualità, Erba

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quotidianiERBA – Erba protagonista in prima pagina sull’edizione di domenica 14 luglio del quotidiano La Stampa: citata come esempio di divisioni…

A dedicarle spazio in un articolo richiamato in prima pagina e che non è certo passato inosservato ai lettori più attenti è stato Michele Brambilla. L’editorialista del quotidiano La Stampa conosce bene il territorio essendo nato a Monza ma soprattutto essendo stato il direttore del quotidiano La Provincia dal 2002 al 2006 (poi anche vicedirettore di Libero e de Il Giornale).

Nell’analizzare la questione della fusione tra Valsolda e Porlezza, con le minacce ai consiglieri e le lettere choc arrivate nel Comasco, Brambilla ha scritto un articolo pungente fin dal titolo “Nel “Piccolo Mondo Antico” scoppia l’odio tra i campanili”. Dopo aver raccontato le tensioni rispetto alla fusione tra i due Comuni e avere citato il famoso romanzo di Antonio Fogazzaro, Brambilla, nella parte finale del suo articolo, spiega qual è a suo avviso il vero ostacolo sulla via degli accorpamenti: “Non sono i notabili locali ma un senso di appartenenza popolare che può stupire solo chi non conosce l’Italia di Strapaese”. E qui iniziano le citazioni delle rivalità tra Como e Lecco “che si vogliono così bene che le Ferrovie dello Stato hanno dovuto praticamente abolire la linea che le univa” e delle tensioni tra Cantù e Mariano Comense. Ma è il passaggio su Erba quello più forte. “A Erba quando ci fu la strage di Olindo e Rosa si parlò tanto della difficoltà nell’accogliere gli extracomunitari; ma extracomunitari là sono anche quelli del rione accanto. Erba è infatti un altro Comune frutto di una vecchia e forzata fusione tra sei paesi (Incino, Buccinigo, Arcellasco, Crevenna, Parravicino e Cassina Mariaga) ciascuno dei quali conserva ancora la propria piazza, la propria chiesa, il proprio asilo”.

Una citazione forte o un omaggio? Di certo una fotografia critica e nello stesso tempo emblematica di una realtà in cui il localismo prevale e la voglia di rimarcare la propria identità è sempre forte. Perché, parafrasando la conclusione di Brambilla (“Ciascuno di noi è prima valsoldese e poi italiano”), siamo prima erbesi che italiani. Anzi di Incino, Buccinigo, Arcellasco….