Erba

Centenario Grande Guerra: la cerimonia di commemorazione a Erba

Miryam Colombo 4 Novembre 2018

Attualità, Erba

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ERBA – Veniva sparato alle ore 15 di lunedì 4 novembre 1918 l’ultimo colpo di artiglieria al fronte e, dopo 41 mesi di battaglia, l’Italia vinceva la Prima Guerra Mondiale. Sono passati 100 anni da quel momento e oggi, domenica, i comuni italiani hanno voluto rendere onore a tutti gli uomini che combattendo hanno perso la vita per il proprio Paese.

 

Il sindaco Airoldi depone le corone di alloro

 

Anche a Erba, alla presenza della autorità civili e militari, la cittadinanza ha ricordato i Caduti erbesi e italiani recandosi in corteo presso il Monumento. Qui sulle note de “La leggenda del Piave”, il sindaco Veronica Airoldi ha deposto la corona di alloro e si è poi rivolta ai presenti: “Ringrazio tutti per essere intervenuti qui, oggi. Ricordare significa esprimere il nostro riconoscimento per chi ha perso la vita per adempiere al proprio dovere: non dobbiamo dimenticare questo sacrificio e queste persone perché se oggi possiamo essere cittadini con dei diritti lo dobbiamo a loro – ha dichiarato – Tutti e soprattutto le nuove generazioni dobbiamo avere a mente questo come se fosse una stella polare“. E, pensando ai nostri giorni, il sindaco ha proseguito: “Si lega al ricordo il dolore per le vite spezzate perché fosse garantito a tutti un futuro di pace: anche oggi ci sono conflitti nel mondo e noi dobbiamo aver sempre presente quanto siamo fortunati e che nulla è scontato. Questa ricorrenza deve essere un monito perché dipende da noi il fatto che il nostro futuro possa essere migliore”.

A sottolineare il sacrificio di vite umane è stato anche Achille Gregori, Presidente emerito della sezione Ana di Como, che dopo aver ripercorso gli eventi che hanno portato alla fine della guerra, ha voluto riprendere la cronaca locale di quei giorni: “L’Ordine scriveva: ‘È la fine di un incubo durato 40 mesi con angoscia e disperazione’. Abbiamo il dovere assoluto di trasmettere la memoria dei nostri soldati ed è bello che tutto ciò continui perché, se 100 anni fa si combatteva ferocemente, alla fine degli anni ’50 le stesse nazioni si riunirono e formarono la Comunità Europea. Dobbiamo impegnarci affinché il bene di tutti possa trionfare sempre e questi eventi non si ripetano”. E concludendo: “Lasciatemi dire con pieno fervore: viva l’Italia, viva il nostro tricolore”.

Da destra, l’assessore Vanetti, don Ettore Dubini, Emilio Magni e il sindaco Airoldi

 

La cerimonia si è poi spostata a Villa Ceriani Bressi dove è stata inaugurata la mostra “Quel tanto atteso bollettino” curata da Marco Rizzi. Nella Sala Annoni, sono stati esposti numerosi cimeli e documenti che restituiscono il lato umano della guerra, la vita quotidiana dei soldati al fronte: “Le immagini e gli oggetti devono far parte della nostra conoscenza anche per ricordare chi si è sacrificato per noi – ha dichiarato in apertura l’Assessore alla cultura, Francesco Vanetti – Grazie a Marco Rizzi per gli spunti che ci ha dato nei primi mesi del 2018 e per aver curato questa mostra che deve essere vista all’interno di un progetto di rilancio delle attività culturali all’interno di Villa Ceriani”.

“Apprezzo il desiderio di Marco di far vedere la vita al fronte al di là delle armi perché permette di evidenziare il dramma umano, la grande umanità di questo periodo – ha precisato don Ettore Dubini, vicario della parrocchia di Santa Maria Maddalena – Ho scoperto che l’aspetto umano tocca anche noi di Crevenna. Ho infatti trovato il libro di preghiera di Attilio Aschieri, il primo dei Caduti crevennesi riportati sulla lapide di commemorazione, che nel 1916 scrive a matita su una pagina: ‘Io in questa chiesa non verrò mai più perché devo morire sul campo di battaglia’. È una frase che lascia senza parole”.

Da sinistra, Achille Gregori e Marco Rizzi

 

Ed è stato il curatore della mostra, Marco Rizzi, a darne la chiave di lettura: “Il mio 4 novembre, il nostro 4 novembre: grazie al Civico Museo, grazie all’Amministrazione, grazie a chi mi ha fornito il proprio materiale e a chi mi ha aiutato, agli Amici del Presepe e ai compaesani. Soprattutto grazie alla mia compagna – ha dichiarato – In questa mostra ho raccolto materiale che aiutasse a ripercorrere gli anni della guerra, ma il prossimo passo è quello di cercare notizie sugli erbesi che hanno combattuto e mi piacerebbe poter parlare con tutti coloro che avessero qualche informazione o ricordo da riportare“.

Presente alla cerimonia anche il giornalista Emilio Magni che ha donato al Comune di Erba un Dvd in cui sono contenute le foto scattate da Attilio Prevost, reporter di guerra. Scatti crudi, reali, che mostrano il dolore e la sofferenza e che, proprio per questo, sono state censurate a lungo finché la nipote, Marina Mariani, le ha ritrovate e raccolte.

La mostra rimarrà aperta tutti i fine settimana da sabato 8 dicembre a domenica 27 gennaio 2019 presso il Civico Museo di Erba in Villa Ceriani Bressi nei giorni festivi dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18, mentre nei prefestivi dalle 14 alle 18. Le scuole o i gruppi interessati possono richiedere una visita infrasettimanale al numero 3395907770.

Le celebrazioni per il centenario della fine della Grande Guerra proseguiranno domani, lunedì 5 novembre, con la consegna della Costituzione e del Tricolore ai neodiciottenni.

Di seguito, alcune foto della cerimonia.