Erba

Approvato il piano alienazioni, è scontro sul Castello di Pomerio

Caterina Franci 28 Novembre 2017

Attualità, Erba

ERBA – Vendere o non vendere? Questo il dilemma. Con il bilancio ‘che piange’ (“viviamo la giornata” ha dichiarato l’assessore alle Finanze Gianpaolo Corti) il Comune di Erba deve valutare sempre più concretamente l’alienazione degli immobili di proprietà comunale che non riescono più ad essere mantenuti.

Il Piano alienazioni 2018 è stato presentato e approvato lunedì sera nel corso del Consiglio Comunale. Una soluzione che non a tutti piace, ma che di fatto, alla luce delle difficoltà economiche dell’ente, è diventata una ‘scelta obbligata per avere degli utili’ come ha specificato il sindaco Veronica Airoldi. E non certo facile: “Stiamo lavorando per trovare gli interlocutori adatti – ha spiegato – parliamo di investimenti importanti da effettuare in un periodo di congiunture economiche sfavorevoli. Ma oggi come oggi l’alienazione del patrimonio immobiliare è una scelta obbligata: la coperta non è corta, è cortissima”.

Doriano Torchio

Il dibattito sul tema non è stato dei più sereni. A suscitare i primi dissensi è stata la decisione annunciata di mettere all’asta al ribasso massimo (pari al 20%) le ex scuole di Buccinigo (240 mila euro). “L’amministrazione dice una cosa e ne fa un’altra – ha tuonato il consigliere Doriano Torchio (Democrazia Partecipata) – in campagna elettorale era tutto un inno alle frazioni e ora invece riescono solo ad impoverirle. La scuola di Buccinigo è stata sede della municipalità della frazione fino a quando non è stata decisa la fusione con Erba, invece di investire in quella struttura, di valore storico, si vuole venderla, per di più a ribasso massimo. Sarebbe meglio che Buccinigo fosse ancora un comune a sé stante visto come viene trattato da Erba”.

Torchio ha poi fatto un affondo: “Mi chiedo quanti in quest’aula stasera voteranno sapendo si cosa stiamo parlando, vedendo l’attenzione che si presta alla discussione”. Una frecciata rivolta ai consiglieri di maggioranza, a detta di Torchio “distratti da computer e smartphone”. Un’osservazione che non è andata giù ai colleghi e che è presto degenerata in una lite, terminata con l’allontanamento del consigliere Torchio dall’Aula e la sospensione della seduta per 5 minuti.

Calmati gli animi la discussione è proseguita. E’ stato Enrico Ghioni (PD e Liste civiche di centro sinistra) a prendere parola dopo il colorito intermezzo: “Per cinque anni seduto a questi banchi ho perorato la necessità di affrontare diversamente la questione dei cosiddetti ‘gioielli di famiglia’, tutti non possiamo mantenerli. L’invito fatto più volte è quello di valutare la possibilità di alienare una struttura per ricavare dei fondi con i quali valorizzare le altre. Non vedo altre soluzioni all’orizzonte. Quale di queste strutture alienare sarà l’amministrazione a deciderlo”.

Enrico Ghioni

A riaccendere il dibattito è stato il Castello di Pomerio: nella delibera di Giunta sul piano alienazioni infatti si parla di ‘valutazioni preliminari di verifica’ in merito alla sua valorizzazione. “Non parliamo di vendita sicura – ha sottolineato l’assessore ai Lavori Pubblici Francesco Vanetti – ma di un piano di valorizzazione, abbiamo un mandato d’ufficio per questo. Abbiamo chiesto all’Agenzia del Territorio il valore dello stabile, che andrà poi verificato e discusso, anche per decidere del suo futuro. La vendita potrebbe essere una soluzione ma allo stato attuale nessuno sta dicendo che il Comune vuole vendere il Castello di Pomerio”.

Nonostante la premessa l’argomento è stato a lungo discusso. “Non è sbagliato – ha accennato Ghioni, che durante il suo mandato di sindaco aveva già provato a vendere il Castello – quanto meno da parte dell’amministrazione c’è un imput che va nella direzione giusta e più razionale per affrontare il problema di questi immobili. Più si aspetta più il rischio è che crollino. Il Castello di Pomerio necessita di una ristrutturazione sostanziale, mi dicono che il 50% della struttura non sia oggi agibile: oggi è gestito da una società privata che ripaga l’affitto organizzando eventi e facendo qualche lavoro di riqualifica. Ma restaurare il castello con 90-100 mila euro l’anno non è fattibile, avremo sempre una struttura ‘raffazzonata’” ha concluso.

“Oggi come oggi l’ammontare degli interventi sul Castello di Pomerio è pari a 65 mila euro, una goccia, insufficiente per pensare di riqualificarlo – è intervenuto il sindaco Airoldi – ribadisco che l’alienazione degli immobili per avere un po’ di respiro sul fronte finanziario è una scelta obbligata. Con questo non dico che il Comune vuole vendere tutto e liberarsi del fardello: verrà fatta un’attenta valutazione, anche sul Castello di Pomerio. Paghiamo anche scelte che io personalmente non avrei fatto se fossi stata sindaco due anni fa – ha aggiunto, riferendosi all’Ex Tribunale – uno stabile che andava alienato e che avrebbe permesso di ricavare utili necessari per sistemare altre strutture. Oggi però devo percorrere una strada che non ho scelto”.

Il sindaco Veronica Airoldi e il consigliere Claudio Ghislanzoni

Osservazioni non condivise dal consigliere ed ex vicesindaco Claudio Ghislanzoni (Erba Primaditutto), ‘firmatario’ della concessione del Castello di Pomerio alla società Linea Banqueting: “Se c’è una caratteristica di Erba è quella di avere un patrimonio storico invidiato da molte altre città del territorio. Venderlo è una scelta che come gruppo consiliare non condividiamo. Il Castello poi – ha proseguito – è la parte più antica di questo patrimonio: per sistemarlo i finanziamenti si possono trovare, ci sono tanti modi, bandi, altre risorse. Como ci è riuscita, sta riqualificando Villa Olmo. Perchè Erba no?”.

Sull’argomento è intervenuto anche il capogruppo Lega Nord Eugenio Zoffili: “:Stiamo parlando del piano di alienazioni per il 2018, non della vendita del Castello di Pomerio. Riconosciamo i meriti delle precedenti amministrazioni, Tili e Ghioni, ma è evidente che non è stato fatto abbastanza. Siamo nel 2017, valutiamo se ci sono possibilità di valorizzazione completa di questo castello: personalmente farei di tutto per non venderlo, non è la fine che voglio che faccia, ma se è la soluzione migliore per renderlo fruibile, agli erbesi prima di tutto, perchè no?”.

Messo ai voti il Piano di Alienazioni è stato approvato dall’intera maggioranza (10 voti a  favore) e bocciato dal gruppo Erba Primaditutto e Democrazia Partecipata (5 voti). Astensione per il consigliere Ghioni: “Non voterò perchè da un lato sono a favore di queste riflessioni sull’alienazione, dall’altro mi riservo di fare ulteriori verifiche”.