Tavernerio

Tavernerio ricorda le vittime dell’alluvione del ’51, inaugurato il nuovo monumento

Redazione 14 Novembre 2022

Attualità, Tavernerio

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TAVERNERIO – “8 Novembre 1951. Data di tristissimi ricordi. Una frana staccatasi dalla Cascina Poè (dovuta a molti fattori di incuria e certamente alle infiltrazioni di acqua dovuta alle piogge torrenziali che duravano da un mese) ha formato, nel letto del Cosia sottostante una diga instabile che, imbrigliando per alcuni istanti le acque del torrente, in quel momento abbondantissime, causò un vero lago di 50 metri d’altezza. La forza dell’acqua sfondando improvvisamente la barriera si precipitò violenta ed inesorabile sulle case costeggianti il letto del Cosia distruggendo uomini e cose. Tutto ciò avveniva senza che alcuno potesse accorgersi nel tempo brevissimo di qualche minuto. Erano le 18.18”.

Il sindaco di Tavernerio Mirko Paulon ha ripreso uno scritto di Don Benzoni per ricordare la terribile alluvione dell’8 novembre 1951 in cui persero la vita sedici persone e altre tre rimasero ferite. “I corpi di due bambini non furono mai ritrovati – ricorda il primo cittadino  – gli altri furono trovati nel letto del torrente, altri addirittura nel lago di Como”.

Il 15 maggio del 1952 la Commissione di Assistenza agli alluvionati, formata dal Sindaco Domenico Meroni e dai rappresentanti comunali, affidò allo scultore Pietro Clerici la costruzione del monumento alla memoria dei caduti in quel tragico evento. Un bronzo raffigurante il Cristo risorto fu posto al centro dei sedici tumuli eretti sulle tombe nel Cimitero di Tavernerio-Solzago come simbolo di memoria collettiva.

tavernerio monumento vittime alluvione 1951
A 70 anni da quel tragico evento, i sedici tumuli realizzati in marmo verde erano ormai degradati e anche il bronzo raffigurante il Cristo risorto necessitava di manutenzione straordinaria. Ciò rendeva poco decorosa tutta l’area dedicata al ricordo dei caduti.

“Nel 2021 – ricorda il sindaco – in occasione del 70° anniversario dell’alluvione, l’amministrazione comunale decise di creare un nuovo monumento in memoria delle vittime che potesse anche conservarne le spoglie. Nello stesso tempo si sarebbe anche riqualificata l’area del cimitero di Tavernerio-Solzago in modo da destinare un degno spazio al ricordo di un evento che è rimasto indelebile nell’animo della nostra Comunità. L’idea concettuale del monumento è stata donata dall’artista Fabio Rossini che aveva realizzato anche un bozzetto disegnato e un modello in piccola scala”.

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A fine 2021 sono iniziati i lavori per il nuovo monumento a partire dalle opere di esumazione delle spoglie delle vittime e dalla dismissione dei vecchi tumuli. Alla realizzazione del monumento hanno partecipato aziende e artigiani locali con il coordinamento dell’ufficio tecnico del comune, del consigliere Umberto Cattaneo e di Roberto Anghileri. Nell’ottobre 2022 il monumento è stato completato.

Il monumento presenta una serie di sedici canne verticali, tante quante furono le vittime dell’alluvione, che salgono dal piano del pavimento, a imitazione di un organo. L’organo nell’immaginario collettivo risveglia l’idea di melodie serene, di musica, di pace e di preghiera. Davanti al monumento viene posto in posizione verticale, leggermente obliquo, uno dei vecchi coperchi tombali. La sua collocazione quasi verticale allude all’idea che la tomba sia stata scoperchiata dall’organo che sta emergendo dalla terra e salendo al cielo. Così le vecchie tombe vengono simbolicamente riutilizzate e reimpiegate nel rivestimento del nuovo monumento, per proseguire fisicamente in ricordo dei vecchi monumenti, per dire che il dolore ha lasciato posto alla resurrezione. Il colore delle canne è blu come il cielo ma diventa sempre più chiaro di mano in mano che si raggiunge la cima, fino a diventare bianco, come più chiari sono i germogli delle piante sulla loro punta.
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Il monumento eretto a seguito della tragedia è stato riparato e lucidato e riposto nella posizione originale. Il 29 ottobre 2022 scorso in presenza di alcuni parenti delle vittime, di Don Paolo, di una rappresentanza degli Alpini di Albese con Cassano e Tavernerio, del gruppo di Protezione Civile e di molti cittadini, si è proceduto alla tumulazione delle spoglie.
Per Pierantonio e Giulio Meroni, i due fratellini i cui corpi non furono mai ritrovati, sono state inserite due rose bianche nelle celle dell’ossario a loro destinate. Nell’ossario riposano anche Meroni Francesco, marito di Lucia Sertori e papà di Pierantonio e Giulio, e sua figlia Maria Graziella Meroni, che, per loro desiderio, si sono congiunti ai loro cari.

L’8 novembre scorso si è svolta la presentazione del nuovo monumento alla cittadinanza.
Don Paolo e Don Alfonso, parroco di Lipomo e Rovascio, hanno benedetto il nuovo monumento e alla cerimonia hanno presenziato il sindaco di Albese con Cassano, Carlo Ballabio, l’assessore di Albavilla Angela Bartesaghi, il gruppo Alpini e la protezione civile di Albese con Cassano e Tavernerio, la protezione civile di Albavilla, il comandante della stazione dei carabinieri di Albate Mario Iappelli, il comandante del comando di Polizia di Albavilla, Albese con Cassano e Tavernerio, Pasquale Caputo e l’artista Fabio Rossini.

Inoltre, ha partecipato una rappresentanza di alunni e docenti dell’I.C. Don Milani e del Consiglio Comunale delle Ragazze e dei Ragazzi che hanno letto un testo commemorativo.
A seguire, la direttrice della scuola comunale di teatro Erika Renai ha letto dei testi dell’epoca che descrivono il tragico evento e il conseguente cambiamento del paese.
La cerimonia si è chiusa con l’inno nazionale cantato da tutti i presenti.

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“Il nuovo monumento in ricordo delle 16 vittime dell’alluvione dell’8 novembre 1951 è stato un progetto complesso – conclude il sindaco – È un’opera d’arte e quindi è stato necessario rispettare l’idea dell’artista ma anche i vincoli strutturali e funzionali di un monumento funebre che accoglie le spoglie dei defunti. È forte anche il senso di responsabilità per un’opera che deve ricordare una tragedia ancora vivissima nell’animo della nostra comunità. Crediamo di aver raggiunto il risultato sperato. Colgo l’occasione per ringraziare chi ha collaborato alla realizzazione del monumento per aver risolto tutti i piccoli e grandi problemi occorsi nella fase di realizzazione”.