Annone di Brianza

Un chiosco sul lago di Annone: la minoranza dice “no”

Lorenzo Colombo 22 Aprile 2014

Annone di Brianza, Politica

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ANNONE – Un chiosco sul lago, in località Ona. E’ questa la novità messa nero su bianco dall’Amministrazione comunale annonese che ha emesso l’apposito bando di gara per la realizzazione e la gestione della struttura. La minoranza però non ci sta ed è sul piede di guerra.

Sabato l’opposizione ha depositato un’interpellanza, che verrà presto discussa nella prossima riunione del Consiglio Comunale, in cui chiede conto al sindaco ed alla giunta in merito a molti dettagli del bando giudicati come “non chiari”, “incongruenti”, “generici” e per i tempi “molto ristretti” con cui è stata gestita questa operazione, oltre che “per la mancata informazione alla cittadinanza ed alla stessa minoranza dell’intenzione di procedere subito a questa gara”.

“Innanzitutto diamo il giusto nome alle cose – afferma il gruppo di minoranza, guidato da Patrizio Sidoti – perché un chiosco di solito lo si intende come una struttura stagionale o comunque temporanea, di superficie limitata a poche decine di metri quadrati, atta alla vendita di gelati e bibite o poco più; diversamente, una struttura di ben 250 mq. dotata addirittura di alloggio per il custode, che prevede una concessione in gestione per ben 40 anni, a nostro avviso si presta a qualsiasi interpretazione o futuro utilizzo se non si stabiliscono dei rigidi paletti già nel bando. Potrebbe diventare un ristorante, pizzeria, una discoteca, un club, insomma una struttura che andrebbe a snaturare completamente il territorio e l’ecosistema lacustre”.

La preoccupazione della minoranza è anche conseguente all’assenza, nel bando di gara, di limitazioni all’aggiudicatario per eventuali concessioni in subappalto, in affitto, o altre forme di gestione, che appaiono consentite potenzialmente a chiunque.

“La richiesta solo di un canone minimo di concessione pari a poco più di 2.800 Euro, l’assoluta libertà nel tipo di struttura da realizzare, la durata esagerata della concessone (addirittura 40 anni), alimentano ulteriormente le preoccupazioni, anche alla luce delle recenti esperienze negative di gare d’appalto simili, per realizzazioni di chioschi o strutture del genere, in Comuni limitrofi – spiegano – Diverso sarebbe stato se la scelta, magari condivisa con l’intero Consiglio Comunale e con altri soggetti competenti, fosse stata quella di concedere la realizzazione e gestione di una struttura temporanea, per un breve periodo (ad esempio, da un anno a 2 o 3 anni al massimo) poiché in tal caso, ci sarebbe quantomeno la possibilità di verificare l’esperienza dei primi anni ed in seguito assumere decisioni più ponderate per una eventuale concessione di durata più lunga. Inoltre, avremmo valutato positivamente l’ipotesi di dare in gestione il chiosco ad un’associazione locale, senza scopo di lucro”.

Ulteriore elemento che suscita dubbi nei consiglieri di minoranza è la possibilità, prevista nel bando, di realizzare la struttura ricettiva anche su aree private: “Cosa significa questa previsione? Una commistione tra aree pubbliche e private rischia di creare confusione, anche perché, in tal caso, sarebbe consentita la partecipazione alla gara solo dei proprietari di aree ricomprese nella zona ove il PGT ha previsto il chiosco, o di chi abbia la certezza di poterne acquisire la proprietà. A meno che l’Amministrazione Comunale nel concepire questa possibilità, non avesse già qualche idea più precisa, a noi non nota.”

Il gruppo di minoranza conclude con un auspicio: “Visto che il bando è ancora aperto e che la gara dovrebbe svolgersi l’8 maggio, speriamo che il Sindaco e la Giunta si rendano conto che stanno procedendo su una strada sbagliata e revochino immediatamente la gara. Anche perché, in caso contrario, visto che tra un mese si terranno le elezioni e ci auguriamo che la popolazione capisca che è giunto il momento di affidare il Comune in mani più affidabili di quelle attuali, non vorremmo ritrovarci a dover risolvere i problemi creati da altri”.