Como

Diminuisce la cassa integrazione, il rapporto Uil del Lario

Caterina Franci 25 Settembre 2017

Como, Economia/Lavoro

COMO – L’ottavo rapporto UIL del Lario sulla cassa integrazione nelle province di Como e Lecco, relativo ai primi otto mesi del 2017, conferma una diminuzione della richiesta di ore di cassa integrazione totale da parte delle imprese dei due territori rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Como -47,4%; Lecco -64,6%; Lombardia -54,1%; Italia -41,4%)

Un calo derivato in entrambi i territori dalla riduzione delle ore di cassa integrazione straordinaria: (Como -73,6%, Lecco -66,7%) e di quelle in deroga (Como -33,5%; Lecco -56,7%) mentre, le ore di cassa integrazione ordinaria diminuiscono a Lecco e aumentano a Como (Como +38,6%; Lecco -64,1%).

Ad aver inciso nell’aumento della richiesta di ore di cassa integrazione ordinaria nella provincia di Como, secondo il sindaco, sono soprattutto le aziende del distretto tessile, uno dei settori più importanti dell’economia del territorio, che nei primi otto mesi di quest’anno sono cresciute del 140,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2016, ed hanno avuto un peso rilevante 41,3% (646.896 ore richieste) sul totale delle ore di cassa integrazione ordinarie (1.566.550 ore) nel periodo gennaio-agosto 2017.

“Un settore – sottolineano dalla Uil – che ha visto comunque una 3 diminuzione delle ore di cassa integrazione totali -42,9% nei primi otto mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ciò è stato determinato dalle ore di cassa integrazione straordinaria diminuite -74,0% e di quelle in deroga -38,3%”.

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Mentre nel lecchese, il distretto metalmeccanico, uno dei settori economici più rilevanti del tessuto produttivo territoriale ha visto nei primi 8 mesi del 2017 una diminuzione della richiesta delle ore di cassa integrazione sia ordinarie -75,2%, straordinarie -62,6% e in deroga -41,9%. Il metalmeccanico beneficia di una situazione di crescita della domanda estera, cosi come si rileva dall’elaborazione di Unioncamere Lombardia su dati Istat del secondo trimestre 2017, che mostrano la crescita dell’export manifatturiero lecchese (+6,0%) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Tutti i settori economici di entrambe le province, secondo il rapporto del sindaco, di entrambe le Province hanno visto una riduzione della richiesta delle ore di cassa integrazione totali nei primi otto mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (Industria: Como -49,5%; Lecco -61,6%. Edilizia: Como -34,4%; Lecco -83,1%. Artigianato: Como -48,7%; Lecco -37,4%. Commercio: Como -36,6%; Lecco -77,8).

“Altro dato confortante che si rileva dall’8° rapporto sulla cassa integrazione – spiega il segretario Salvatore Monteduro – è quello relativo al calo, rilevante, dei lavoratori in cassa integrazione nei primi 8 mesi di quest’anno” a Como diminuiti di oltre duemila unità, a Lecco di 1.565, rispetto allo stesso periodo del 2016, anche se resta alto il numero di quelli in cassa integrazione nei primi 8 mesi di quest’anno (Como 2.271 e Lecco 857 lavoratori).

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“In conclusione – dice il segretario della Uil del Lario – l’8° rapporto sulla cassa integrazione conferma la ripresa economica nei Territori di Como e Lecco, anche se più sostenuta nella provincia di Lecco e meno marcata in quella di Como, differenze dovute alle specificità dei settori produttivi”.

Nel comasco a contenere la crescita sono soprattutto le sostanze e prodotti chimici (-8%), i prodotti delle altre attività manifatturiere, in prevalenza mobili (-4%), gli articoli in gomma e materie plastiche (-7%), macchinari e apparecchi (-3%) e prodotti tessili, abbigliamento e accessori (-1%) principale tipologia di prodotto esportata dalla provincia con una quota del 27%.

“I dati sopra esposti sono certamente confortanti – dice Monteduro – ma per garantire una crescita più sostenuta e strutturata c’è bisogno di rilanciare una domanda interna e servono investimenti per rilanciare l’economia e l’occupazione in modo stabile e questo deve avvenire con la prossima Legge di Bilancio 2018. Deve essere fatto uno sforzo ulteriore da parte del governo nel sostenere i consumi interni: bene le risorse per il rinnovo del contratto del pubblico impiego”.