Como

Consiglio generale dell’UST Cisl dei Laghi: al centro il Jobs Act

Admin Altreforme 19 Dicembre 2014

Como, Economia/Lavoro, Scuola

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Scuola lavoro Cisl Jobs ActCOMO – E’ stato un consiglio generale vivo e vibrante quello dell’UST Cisl dei Laghi andato in scena venerdì 19 dicembre alla fondazione Minoprio di Vertemate.

Un consiglio aperto dal lungo e pregnante intervento del segretario generale della Cisl dei Laghi, Gerardo Larghi, che ha provato a tracciare la via di quello che deve essere il futuro della Confederazione, facendo anche il punto della situazione del mondo del lavoro italiano. “Bene il Jobs Act quando stanzia fondi per le assunzioni a tempo indeterminato, quando prevede la scomparsa dei troppi contratti atipici, quando innova senza rinunciare alle vere tutele, ma in questa legge manca il sostegno al rapporto tra scuola e lavoro, una componente fondamentale per rilanciare l’occupazione in Italia, soprattutto tra i più giovani. Un altro problema riguarda poi l’intervento della magistratura, che deve essere limitato per quanto concerne il mondo del lavoro”.

Non è mancata comunque un po’ di autocritica: “Se il paese non funziona è anche colpa nostra. La versione che danno di noi è caricaturale, ma non basta dirlo. Dobbiamo anche dimostrare che è ingiusta”. Il ruolo del sindacato resta comunque centrale per le sorti del paese, sempre secondo Larghi: “Il Paese può fare a meno di un sindacato che si riformi? Perché questo dobbiamo fare – prosegue il segretario generale Cisl dei Laghi – cambiare. All’Italia serve un sindacato più “corpo intermedio” e meno propagandistico”.

Sulla questione Jobs Act e sulla falla che esso conterrebbe gli fa subito eco Domenico Cavallin, segretario generale Fistel dei Laghi, che si spinge anche un passo oltre: “Dobbiamo essere pronti a scendere in piazza, se necessario, per far funzionare il rapporto scuola-apprendistato. Serve – continua Cavallin – un inserimento lavorativo fatto seriamente attraverso la formazione. E in questo senso dobbiamo ribaltare il paradigma: se non ci è stato concesso nulla, siamo sicuri sia uscita una richiesta chiara per dare concretezza al rapporto formazione-lavoro?”.

Proprio questa sarà un po’ la questione centrale del dibattito. Anche Daniele Magon, segretario generale Femca dei Laghi, si esprime chiaramente: “Perché c’è questa distanza tra la scuola e il lavoro? Il lavoro cerca professionalità nel mestiere, non diplomi. Bisogna imparare qualcosa, non avere un pezzo di carta in mano. Dobbiamo essere noi come corpo intermedio ad agire e fare qualcosa. Come Femca – la sua chiosa – abbiamo in mente un progetto che unisca scuola e lavoro: la scuola deve capire cosa serve all’impresa e nel contempo l’impresa investire nella scuola”.

Secondo Vincenzo Ianniello, segretario generale aggiunto della Cisl Scuola dei Laghi, “la formazione professionale è degnissima, in Italia. Forse l’unico titolo davvero spendibile nel mondo del lavoro. Il problema scuola-lavoro è comunque forte, nel nostro Paese: in Italia l’alternanza scuola-lavoro è di 33 ore, in Germania di 500″. A proposito dello sciopero, aggiunge: “Credo che il problema siano i troppi scioperi che vengono fatti. Deve cambiare il concetto di sindacato, servono proposte nuove”.

Concorde rispetto al problema della scuola anche il segretario generale Fim Mario Ballante: “Il rapporto con la scuola serve. Ma non basta pensare che o c’è una decisione a livello nazionale in merito o non si possa fare nulla. Bisogna lavorare anche territorialmente per trovare delle soluzioni”. Inoltre, sempre a proposito della riforma del lavoro, afferma: “La Cisl deve dire che è d’accordo con la filosofia del Jobs Act, che vuole riportare al centro il lavoro a tempo indeterminato”.

Toccano invece altri temi gli interventi di Dario Grilanda ed Antonio Santacroce. Il primo, segretario generale Fit dei Laghi, si esprime chiaramente sulla questione cooperative: “Devono rispettare le regole. I soci lavoratori non sono carne da macello”. Ma non solo: “Le categorie della Cisl devono lavorare assieme alla Federazione per fare più opera di proselitismo e di formazione. E’ necessario che i nostri delegati siano preparati per affrontare i problemi del lavoro di oggi. Delegati che devono essere tutelati, così che possano, a loro volta, tutelare gli iscritti e il mondo del lavoro”. Il secondo, segretario generale Slp, rimarca invece il recente successo elettorale che ha permesso alla sua categoria di ottenere la maggioranza assoluta nella RSU delle poste, andando poi anch’egli a rilevare che “il tempo è maturo per pensare a forme diverse rispetto allo sciopero. Se il mondo del lavoro cambia o cambiamo anche noi e ci adattiamo o siamo destinati a scomparire”.