Alzate Brianza

Alzate. Partecipato l’incontro con i florovivaisti targato Coldiretti

Lorenzo Colombo 25 Maggio 2016

Alzate Brianza, Economia/Lavoro

vivaio_serraALZATE BRIANZA – “Dopo il latte, i fiori. Dopo l’incontro del 5 maggio, ad Alzate Brianza si è registrato lunedì 23 maggio, un altro grande successo di partecipazione, che convince Coldiretti Como Lecco a proseguire nella via del confronto diretto, sia con i consumatori che con le imprese associate”. Lo sottolineano il presidente e il direttore della Coldiretti lariana, Fortunato Trezzi e Raffaello Betti, a commento dell’incontro tecnico che ieri pomeriggio, nella città brianzola, ha riunito un gran numero di imprese florovivaistiche e ove sono state illustrate le novità legislative riguardanti, in particolare, la gestione di scarti vegetali, ramaglie e residui di potatura, con la partecipazione dei dirigenti della Provincia e dei funzionari della federazione regionale Coldiretti.

Oltre 100 i partecipanti, che hanno gremito la sala al di là della sua capienza. Il settore florovivaistico, unitamente alla zootecnia a indirizzo lattiero caseario, è il principale comparto delle province lariane. E, come la zootecnia, risente in modo incisivo della crisi, come del resto si avverte in tutta la Regione: rispetto al 2008, il fatturato delle aziende del settore si è ridotto di circa il 40%, con punte anche del 50%. Il florovivaismo lombardo muove un giro d’affari di circa 215 milioni di euro all’anno e con il 10% della produzione vivaistica nazionale, la Lombardia è la seconda regione a livello nazionale, dietro solo alla Toscana (che pesa per il 54% del totale).

A livello regionale, su tutta la filiera del verde, operano circa 5mila imprese che danno lavoro a più di 14mila persone. In Lombardia la superficie dedicata al florovivaismo supera i 6 mila ettari e le province più vocate sono Mantova e Cremona, mentre Como, Lecco, Varese e Monza Brianza hanno puntato su produzioni specializzate. Secondo l’ultimo censimento dell’agricoltura, le superfici florovivaistiche a livello provinciale sono così distribuite: Como 480 ettari, Lecco 337, Varese 322 ettari, Sondrio 12, Milano 324, Bergamo 475, Brescia 843, Pavia 232, Cremona 901, Mantova 1.768, Lodi 104 e Monza Brianza 362.

Ieri sera, martedì 24, invece, a Bulciago sono stati gli allevatori stessi ad aver dato vita a un incontro formativo che ha affrontato il tema legato al prezzo del latte: vi ha presenziato il presidente Trezzi, egli stesso allevatore: “Sono incontri utili, che stimolano il confronto e ci fanno comprendere il valore di essere uniti nel far sentire la voce di un comparto strategico per la nostra agricoltura: in Lombardia produce il 40% del latte italiano, dove lavorano direttamente almeno 15 mila persone, ma che viene messo a rischio dal crollo del prezzo del latte alla stalla sotto i 36 centesimi al litro: un settore strategico per il territorio lariano, che va tutelato in una situazione di crisi. Come abbiamo avuto più volte modo di sottolineare, negli ultimi 11 anni nelle due province lariane ha chiuso un allevamento su quattro (-24,9%, da 385 del 2004 a 289 del 2015 ) con una maggiore incidenza nella provincia di Lecco (-36,5%) che, a livello regionale, è seconda solo alla provincia di Sondrio (-48,8%) per numero di allevatori che hanno gettato la spugna. Abbiamo bisogno di tutelare il nostro latte, in primis attraverso un’etichettatura di origine che consenta ai consumatori di scegliere, con chiarezza e consapevolezza”.