Inverigo, Merone

Operazione MayDay: più di 3mila clienti, spaccio anche nell’erbese

Lorenzo Colombo 16 Settembre 2016

Cronaca, Inverigo, Merone

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LECCO – In Questura a Lecco l’hanno nominata operazione “Mayday” perché nata dalle tante richieste di aiuto giunte dalle amministrazioni comunali e dai cittadini, preoccupati per l’incessante attività di spaccio di cocaina che aveva preso piede nei loro territori.

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Si va da Civate a Nibionno, nel lecchese, da Veduggio a Lissone, nel monzese, coinvolgendo pure l’erbese, in particolare le zone di Merone e Inverigo: un giro di spaccio enorme, si parla di oltre 3100 clienti identificati e 31.750 cessioni di droga in un anno che avrebbero fruttato guadagni illeciti per 1,26 milioni di euro; ogni pusher riusciva ad intascarsi una cifra tra le 250 e i 300 mila euro l’anno.

Gli agenti della Squadra Mobile, che hanno indagato dall’aprile del 2015 all’aprile di quest’anno sotto il coordinamento del procuratore Paolo del Grosso, sono riusciti a sequestrare 10 mila euro in contanti e ad individuare almeno quattro batterie dello spaccio.

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Ventiquattro le custodie cautelari emesse, di cui 17 in carcere e 7 persone sottoposte ad obbligo di firma, 15 indagati in stato di libertà e 30 segnalati per possesso di stupefacenti.

Gli arrestati sono tutti soggetti trentenni di nazionalità marocchina, tranne un algerino e un cittadino di origine albanese, il più giovane di loro ha vent’anni. I luoghi dello spaccio sono aree boschive, che diventavano anche dimora occasionale per gli spacciatori si attrezzavano con un fornellino per mangiare e lì passavano anche la notte, ed anche in abitazioni per piccole cessioni.

Arresti e perquisizioni hanno riguardato le aree di Nibionno, Briosco, Lissone, Rogeno, Merone, Costa Masnaga e Garbagnate Monastero. Quindici le ordinanze di custodia cautelare che i poliziotti sono riusciti ad eseguire.

“Non è stato facile procedere all’arresto di questi soggetti – ha spiegato il dirigente della Squadra Mobile, Marco Cadeddu, affiancato dal capo di Gabinello, Fiorella Antonilli – si trattava infatti di clandestini, senza fissa dimora, circostanza che ha richiesto impegnative attività di appostamento e pedinamento per il loro rintraccio. Inoltre, alcuni di loro, hanno assunto atteggiamenti violenti per desistere all’arresto, speronando in auto le nostre pattuglie ed anche gli stessi agenti di Polizia”.

Come già messo in luce da precedenti indagini, variegato è risultato ancora una volta il panorama dei compratori della droga: operai, studenti, professionisti , con età variabili tra i 25 e i 50 anni, alcuni dei quali punzecchiati dagli agenti in passati controlli. I pagamenti non avvenivano solo in contanti ma barattando per la cocaina anche cellulari, tablet, computer, gioielli e oro, a volte anche trafugato in casa dai propri famigliari.