Como, Erba

Massimo Rosa ricostruisce l’omicidio durante l’interrogatorio

Lorenzo Colombo 18 Luglio 2014

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COMO/ERBA – E’ stato convalidato l’arresto nei confronti di Massimo Rosa, 60 anni il prossimo novembre, che ha ucciso con un colpo di pistola la madre 89enne, Luigia Castelnuovo.

A stabilirlo il Giudice Maria Luisa Lo Gatto. Su Rosa pesano, oltre all’accusa di omicio volontario, quella di tentato omicidio nei confronti del fratello Sandro, di un anno più grande, e la detenzione abusiva delle due pistole.

In aula Rosa ha ricostruito, come aveva già fatto ai Carabinieri, passo per passo, come sono andate le cose la mattina di mercoledì 16 luglio, quando nell’abitazione di via Verri, ad Arcellasco, ha impugnato la pistola e ha sparato un colpo alla madre, uccidendola, e poi si è recato nella stanza dove il fratello riposava e ha sparato un secondo colpo, finito fortunatamente sulla parete.

Sono stati circa 45 minuti di interrogatorio (dalle 9.15), durante i quali l’omicida non ha mostrato particolari segni di agitazione. Ha spiegato, non solo cosa è successo il giorno in cui ha deciso di mettere fine alla vita della madre, ma ha anche tracciato le linee di ciò che era diventata la sua vita quotidiana.

Per anni, almeno 11, si è preso cura esclusivamente della madre e del fratello, affetto da depressione. Da quanto è emerso, la situazione familiare era sempre stata pesante e gli anni passati da solo in casa con la madre e il fratello non hanno fatto che esasperare ancor di più la sua persona, fino a convincerlo che era meglio finire in galera piuttosto che continuare a sopportarla.

Massimo Rosa ha spiegato che ogni mattina preparava le medicine, sia per la mamma che per il fratello, e che ha dovuto rinunciare a molte cose, nonostante la meritata pensione dopo una vita di lavoro all’Enel, a causa delle altre due persone.

Inspiegabile il perchè non abbia chiesto aiuto prima di arrivare a un simile gesto. L’uomo si era rivolto pochi giorni prima al Comune per avere informazioni per portare la donna in una struttura per anziani e ricominciare lui , forse, una nuova vita. Non è chiaro se per motivi economici o se per non abbandonarla in un centro l’uomo ha preferito ucciderla.

“Durante l’interrogatorio abbiamo potuto constatare le condizioni di salute critiche del mio assistito – commenta l’avvocato Gianluca Giovinazzo, nominato d’ufficio – Massimo ha quattro by pass ed è diabetico: credo che per lui potrebbe essere valutata una misura alternativa al carcere. Ha risposto a tutte le domande del giudice in modo tranquillo, anche se era scosso quando ricostruiva i fatti. Era molto attaccato alla madre e anche al fratello, si sentiva addosso una responsabilità troppo grande”.

A parte qualche parente e qualche vicino di casa, i Rosa erano una famiglia un po’ abbandonata a se stessa: “Credo che ci sia stata anche una mancanza da parte delle istituzioni, che potevano magari intervenire in sostegno di Rosa. In ogni caso, il mio assistito ha confermato l’omicidio e le sue intenzioni: la mia difesa si batterà sulle condizioni fisiche di Rosa, per evitare la detenzione in carcere. La prossima settimana andrò a colloquio e affronteremo meglio il discorso sul suo stato di salute”.