Erba

Clamoroso, la discoteca Modà di Erba chiude per fallimento

Lorenzo Colombo 9 Gennaio 2016

Cronaca, Erba

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ERBA – Dopo 16 anni di attività la discoteca Modà chiude i battenti. La causa? Il fallimento della società Modà srl che gestisce il locale di via Milano e l’I-Club di Novedrate.

“Si tratta di una situazione complessa – spiega Pierluca Colombo della Modà srl – il fallimento è l’epilogo di una lunga vicenda burocratica e legata ad alcuni permessi inerenti il locale estivo di Novedrate: l’I-Club ex Triangolo”.
Una storia iniziata nel 2012 che si è protratta fino a oggi fino all’emissione della sentenza di fallimento da parte del Tribunale di Como.

Cala quindi il sipario su uno dei locali più frequentati del comasco ma anche del lecchese, moltissimi infatti i giovani che almeno una volta hanno messo piede nello storico locale che ha ospitato numerosi nomi illustri dello spettacolo: da Bob Sinclar a Boy George passando da Tommy Vee, Niky Bellucci, Elisabetta Canalis, Belen Rodirguez e recentemente Fedez.

I problemi che hanno trascinato verso l’oblio la società Modà srl sono molteplici: “Quando abbiamo deciso di ritirare l’ex Triangolo di Novedrate, ora I- Club, pensavamo che tutto fosse a posto e in regola, invece… Ci siamo trovati a dover affrontare problemi legati alle autorizzazioni, costringendoci ad effettuare diversi interventi ingenti per la sistemazione del locale. Così, a fronte delle prescrizioni dei Vigili del Fuoco e delle indicazioni fornite dalla Commissione Provinciale di Vigilanza abbiamo iniziato a mettere in atto alcuni interventi. Nel 2014, dopo la verifica della Commissione di Vigilanza, ci sono state date altre prescrizioni. A quel punto, dopo aver quantificato la spesa che ammontava a oltre 500mila euro, ed essendo a nostro avviso lavori a carico della proprietà, ci siamo confrontati con quest’ultima che non si è resa disponibile ad accollarsi l’onore. Per poter continuare a lavorare abbiamo deciso di effettuare a nostre spese qualche lavoro. In prossimità dell’apertura estiva del 2015, non ci è stato dato il certificato di prevenzioni incendi – documento che abbiamo scoperto non esserci mai stato – è arrivato quindi il diniego di apertura da parte dei Vigili del Fuoco e da parte del Comune l’inagibilità”.

A quel punto Colombo decide di aprire comunque il locale. “Problemi di sicurezza effettivi per la clientela non ce ne’erano. Quindi ho deciso di aprire. Le prescrizioni che avevamo erano tre, una relativa alle cambuse che nel frattempo avevamo sistemato rispetto a com’erano prima chiudendole completamente; una seconda prescrizione era relativa alle colonnine di estintori che dovevano essere incrementate perché il locale era stato classificato come promiscuo ovvero sia locale aperto che chiuso. Terza prescrizione, la sistemazione del battipiede in prossimità del laghetto esterno per evitare che qualcuno potesse scivolare in acqua. laghetto che tuttavia era presidiato costantemente dagli uomini dalla sicurezza”.

Mentre la stagione 2015 prosegue, Colombo, a fronte dei lavori effettuati, presenta le fatture alla proprietà che non ne vuole sapere. A quel punto, per rientrare in parte dalla spese, decide di non pagare l’affitto: “Avendo svolto lavori che non erano di nostra competenza mi sono tutelato non pagando due canoni di affitto del 2014 e quelli dell’intero anno 2015”.

Si arriva così ad oggi, con la proprietà di Novedrate che presenta un esposto in Prefettura e la richiesta di fallimento in quanto non è stato pagato l’affitto. “I requisiti per essere fallibili sono un fatturato superiore a 200mila euro e un debito superiore a 500mila – spiega Colombo – noi purtroppo li superiamo entrambi…”.

Giudice fallimentare dopo l’emissione della sentenza di fallimento da parte del Tribunale di Como è Alessandro Petronzi mentre il curatore è Giovanni Mulè con l’udienza che è stata fissata per l’11 aprile prossimo.

“Mi spiace profondamente per il danno causato ai fornitori che non potranno essere pagati o pagati solo in parte – conclude Colombo – Mi spiace anche per il risvolto sociale in quanto tra Modà e I-Club ‘satellitavano’ circa 40 dipendenti tra assunti e a chiamata. Il debito che abbiamo accumulato è il risultato di diversi fattori, a partire dalle spese per i lavori che ci siamo sobbarcati all’I-Club di Novedrate, in parte ha inciso anche il calo effettivo della clientela per via della crisi e gli investimenti effettuati per cercare di portare ospiti importanti al fine di attirare clientela. Insomma, un insieme di fattori, ma quello che ha inciso più di tutti ed è stato determinante è la vicenda legata all’I-Club di Novedrate.  Personalmente ho la coscienza a posto e affronterò il tutto con serenità. Professionalmente prenderò un periodo sabbatico, poi vedremo”.