Como

Treni. Giugno “nero” sulla Como-Lecco, la protesta dei pendolari

Caterina Franci 3 Luglio 2017

Attualità, Como

COMO/LECCO – Quello di giugno è stato un altro mese di “passione” per i pendolari della linea ferroviaria Como-Lecco: questo quanto emerge dal bilancio tracciato dal Comitato e portato all’attenzione dei vertici di Regione Lombardia.  

26 le soppressioni totali dall’1 al 30 giugno, di cui 9 solo il 19 giugno, 8 soppressioni parziali e almeno 45 corse in ritardo: sono alcuni dei dati ‘snocciolati’ dal Comitato indirizzati al presidente del Pirellone Roberto Maroni, all’assessore alle Infrastrutture Alessandro Sorte e all’Amministratore Delegato di Trenord Cinzia Farisè.

“A partire dal 12 giugno, giorno dal quale Trenord ci aveva promesso che sarebbero arrivati due nuovi treni grazie ai quali i disagi sarebbero stati drasticamente ridotti sono stati solo 5 i giorni in cui non è successo nulla – hanno chiosato i pendolari – la percentuale di puntualità si è assestata intorno al 30%, ben distante dagli idilliaci valori dati da Farisè, pari all’80%”.

“Il tasso di soppressioni dei treni registrato nel mese di giugno – hanno proseguito – non si è mai visto prima nella storia di Trenord, tranne che a dicembre 2012 quando il sistema collassò. Desideriamo esprimere chiaramente il nostro sconcerto rispetto ad una gestione del servizio pessima e chiedere chiarimenti rispetto alle notizie trapelate in questi giorni tra i viaggiatori e il personale dell’eventualità di una chiusura programmata di intere linee voluta dall’azienda per l’incapacità di far fronte alla situazione di caldo. Ci chiediamo se sia veramente l’afa il problema di un’azienda che opera in Lombardia (le cui estati sono note ai più essere torride) o forse più un affanno, dovuto a una continua rincorsa di problemi mai risolti”.

“Le soppressioni di queste settimane avvengono a nostro avviso a seguito di una serie inaccettabile di disservizi – in progressivo e costante peggioramento – che ricordano ai più la disfatta di dicembre 2012, tristemente famosa per essere stata una delle peggiori pagine della storia di Trenord, con la differenza che la crisi acuta di tale periodo era stata innescata dalla congiuntura di eventi tecnici e politici mentre oggi è figlia di una gestione dell’azienda dai discutibili risultati”.

I pendolari hanno quindi rincarato la dose: “Le attuali difficoltà di un giugno senza pari per disservizi e cancellazioni nascono a parere di chi viaggia tutti i giorni da due problemi strutturali non risolti e forse mai affrontati fuori da pezze messe in emergenza. Il primo è l’indisponibilità dei treni per evidente inadeguata e insufficiente manutenzione. La motivazione sempre invocata dell’età vetusta del materiale rotabile è inconsistente. Ben venga il materiale nuovo, e su questo invitiamo Regione Lombardia a non sospendere gli sforzi fatti in anni recenti in investimento sul materiale rotabile, ma il materiale moderno richiede ancora più manutenzione del materiale vecchio a causa della maggiore complessità tecnologica e impiantistica. Ne è una prova il numero di soppressioni registrate su linee gestite con materiali appena acquistati da Regione, treni delle serie più recenti che girano con l’aria condizionata guasta o che perdono acqua di condensa sui sedili o che girano con porte guaste per successivi giorni interi”.

Il secondo problema strutturale – hanno continuato – addirittura più grave del precedente che viene usato per mascherarne la portata, è l’indisponibilità cronica di personale viaggiante che si fa immancabilmente evidente nei tradizionali periodi di vacanza, come i giorni di Natale 2016 o il primo gennaio 2017, con picchi di cancellazioni che non possono essere attribuite ai guasti e ad un’azienda sana. Così va a nostro avviso interpretato il repentino aumento di cancellazioni da giugno che coincide con la fine del calendario scolastico, o la paventata chiusura di intere linee dalle prossime settimane o ancora, le richieste da parte di Trenord di ottenere di anno in anno intervalli sempre più ampi di riduzione del servizio a Natale e ad Agosto. Tutti provvedimenti comunque non sufficienti a coprire i turni con conseguente aumento delle cancellazioni, oltre che in palese controtendenza rispetto alle esigenze dei viaggiatori. Tale motivazione è testimoniata dalle spesso annunciate soppressioni dei convogli con diverse ore di anticipo e quindi non certo riconducibili a improvvisi guasti del materiale”.

Il Comitato chiude la segnalazione con alcune richieste, alla Regione, all’Azienda e alla politica: “Chiediamo a Regione che si faccia garante del rispetto del Contratto di Servizio da parte dell’azienda che ha firmato a fronte di 450 milioni di euro di denaro pubblico che ogni anno i cittadini impegnano per ottenere risultati sul servizio non paragonabili all’investimento fatto”.

“Chiediamo a Trenord di rendere conto alla collettività dei due problemi strutturali sopra esposti e chiediamo un’azienda (che non necessariamente si debba chiamare Trenord…) che si dimostri adeguata a gestire il contratto di servizio più virtuoso e remunerativo d’Italia e che sappia vincere la partita con i giocatori a disposizione senza scaricare continuamente su altri le proprie responsabilità”.

“Alla politica tutta e soprattutto al Governo Regionale – hanno concluso – chiediamo innanzitutto attenzione a questo tema e consapevolezza del valore e dell’indispensabilità che un Servizio Ferroviario efficiente ha per la nostra regione, e che non si sottragga al suo compito di governance dato dal ruolo di titolare dei servizi ferroviari, della rappresentanza degli interessi del territorio e dalla posizione di forza di chi remunera il servizio e lo ha sempre puntualmente finanziato e può e deve chiamare politicamente i responsabili di tale situazione a rispondere del loro operato”.