Erba

Per non dimenticare: in cammino dalla stazione al Licinium

Lorenzo Colombo 26 Aprile 2015

Attualità, Erba

barconeERBA – Domenica in cammino silenzioso per ricordare le vittime del mediterraneo, interrogarsi sulle cause e intervenire a livello globale.

L’iniziativa, promossa da Comunità Pastorale Erba, Decanato di Erba, Caritas, Commissione Missionaria Decanale, Commissione cultura, Scuola di Italiano per stranieri, Trapeiros, Shongoti, Nisshash, Acli Como, OVCI, Granis, Mani Aperte, Coordinamento comasco per la pace e Noi voi loro, prevede una camminata simbolica domenica 26 aprile, con ritrovo e partenza alle 20.30 dalla stazione FNM di Erba, da dove partirà il corteo verso la scalinata Terragni (Licinium).

“Il cammino silenzioso avrà tono particolarmente grave. Chiediamo una partecipazione numerosa  ritrovandoci qui per ricordare per nome volti e storie di uomini e donne, bambini e anziani che hanno perso la vita mentre compivano il viaggio della speranza, in fuga dai loro Paesi martoriati da situazioni difficili e, a volte, inumane – come in Asia e in Africa , verso altri Paesi, sognati come zone di libertà, di sicurezza e di vita dignitosa”, spiegano gli organizzatori.

Saranno presenti donne e uomini provenienti da molti Paesi diversi, appartenenti a religioni e a tradizioni culturali diverse, per non dimenticare coloro che hanno incontrato la morte nel lungo e sofferto cammino intrapreso per uscire dalla miseria, dall’oppressione, dalla violenza o dalla guerra. “Virtualmente, desideriamo dare loro sepoltura, creando per ognuno di loro un posto affettuoso nel nostro cuore e nel cuore di questa città – continuano – Sappiamo tutti che i movimenti migratori, soprattutto negli ultimi anni, hanno assunto le dimensioni di vere e proprie crisi umanitarie. Innanzitutto per le caratteristiche da esodo biblico di tale fenomeno, sempre più spesso divorato dalla voracità senza scrupoli della criminalità organizzata e fatto di mille avventure con caratteristiche disumane e, purtroppo, persino tragiche. Non possiamo tacere, poi, la prepotente rinascita del traffico di schiavi, che interessa oggi circa un milione di persone l’anno, destinate al mercato della prostituzione, al lavoro coatto, al traffico di organi umani e alla sessualità minorile”.

“Il cammino silenzioso di domenica 26, in contrapposizione alle tante parole dette in libertà in questi giorni e non sempre in modo appropriato, ci richiamerà alla coscienza le storie di persone che si sono messe in cammino, spinte dalla speranza di approdare ad una terra accogliente, ma hanno trovato la morte lungo il loro viaggio carico di sofferenza e di dolore. L’ultima tragedia del mare ha messo  in luce un aspetto saputo e taciuto per troppo, vera  piaga della immigrazione oggi. Il cammino silenzioso vuole essere una denuncia forte dello sfruttamento dell’ immigrazione quando si trasforma in traffico e sfruttamento quasi schiavistico di ‘carne umana’. La Chiesa condanna tali misfatti e invoca una gestione regolata dei flussi migratori, peraltro prendendo atto, con molto realismo, che i Paesi industrializzati, che non sempre sono in grado di assorbire l’intero numero di coloro che si avviano all’emigrazione, debbano dotarsi di misure che garantiscano sicurezza e legalità sia per gli autoctoni che per i nuovi arrivati. Nello stesso tempo, la Chiesa chiama tutti a prendersi le proprie responsabilità e a trovare soluzioni che non siano solo quelle di un inasprimento delle sanzioni contro gli irregolari e di una chiusura più ermetica delle frontiere. Rientrano in queste soluzioni gli interventi che vanno al di là delle dichiarazioni verbali per lo sviluppo dei Paesi di partenza, in modo da promuovere una lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani, una programmazione razionale dei flussi di ingresso regolare, una maggiore disponibilità a considerare i singoli casi che richiedono interventi di protezione umanitaria oltre che di asilo politico”.