ERBA – L’alpino Luca Barisonzi, 24enne Croce al Valore dell’Esercito, rimasto tetraplegico a seguito di un attentato in Afghanistan, si sposa sabato a Erba con la fidanzata Sarah. La location scelta dalla coppia è la piccola chiesa di Casiglio in cui i due coroneranno la propria storia d’amore iniziata proprio nel terribile periodo tra ospedali e operazioni affrontato da Luca a seguito dell’attentato da parte dei terroristi afghani avvenuto nel gennaio 2011.
A quell’epoca, Barisonzi e Sarah non si erano mai visti ma si sentivano spessissimo su Facebook. Lui in missione e lei in America, nell’Ohio. La giovane ad un certo punto non ha più sentito l’amico italiano fino a che, sulla bacheca Facebook di Luca, sono comparsi messaggi di incoraggiamento per la sua pronta guarigione. Insospettita che fosse successo qualcosa, Sarah si è informata e ha scoperto la tragedia avvenuta. Da lì ha deciso di andare a trovare Luca, per conoscerlo e non si sono più lasciati. Ora il loro amore sarà suggellato con il matrimonio e a fare da cornice dell’evento sarà Casiglio, dove nel pomeriggio di sabato 5 luglio sarà celebrato il matrimonio da don Alessandro Vismara.
Seguirà il ricevimento presso l’Hotel Castello di Casiglio e non è escluso che alla cerimonia potrebbero intervenire anche autorità del Ministero e militari. Nessuna notizia è trapelata dal giovanissimo, che attualmente abita a Gravellona Lomellina, ma il futuro sposo, sulla scelta della città per il suo matrimonio, ha rivelato: “Abbiamo scelto Erba perchè è un luogo che ci piace molto”.
Luca Barisonzi, nonostante l’attentato subito mentre serviva la sua Patria, non ha mai smesso di sognare e di sorridere. Dopo il matrimonio ha in programma una nuova impresa: ovvero scalare il monte Rosa e raggiungere il Rifugio regina Margherita, il più alto d’Europa, con la voglia di dimostrare a tutti che non bisogna mai fermarsi di fronte alle difficoltà.
“In qualunque condizione, esse vanno affrontate con forza d’animo e tenacia, senza scoraggiarsi e, tanto meno, piangersi addosso”, è infatti il commento del giovane alpino.
