Inverigo

Lambro quasi in secca, il Circolo “Ilaria Alpi”: “Stop alla cementificazione”

Caterina Franci 28 Marzo 2017

Attualità, Inverigo

INVERIGO –  “Il Lambro da mesi è quasi in secca, ma proseguono i lavori di cementificazione contro gli allagamenti!”. Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” torna a criticare i lavori in atto sul fiume Lambro in località Fornacette per la realizzazione dell’area di laminazione.

Commentano gli ambientalisti: “In queste settimane è possibile vedere il Lambro ridotto a un rigagnolo, la colpa è delle mancate precipitazioni degli ultimi mesi (nemmeno le piogge dello scorso fine settimana hanno aumentato la portata idrica del fiume): la condizione del fiume è di per sé grave, ma sicuramente appesantita dai lavori di realizzazione della vasca di laminazione e in particolare della chiusa in cemento, in località Fornacette di Inverigo”.

“Anche agli occhi di un profano – proseguono – risulta visibile il pesante impatto ambientale dei lavori in corso e della cementificazione in corrispondenza della chiusa di regolazione della fantomatica (perché inutile e dannosa) vasca anti-alluvioni! La situazione è sicuramente paradossale: il fiume è in secca e contemporaneamente si eseguono lavori per contenere gli allagamenti”.

“I lavori per la realizzazione dell’area di laminazione sono inutili e dannosi, il Lambro risulta deturpato nel tratto di Fornacette, una delle poche zone in cui il fiume aveva conservato la sua naturalità! Evidentemente per la Regione (e per il Parco Valle Lambro, che è il committente dei lavori in corso a Inverigo) il fiume deve essere trasformato in un canale artificializzato, il cui flusso d’acqua verrà regolato da  una chiusa in cemento! Noi aborriamo interventi di questo tipo che sicuramente distruggono la naturalità del fiume!”.

Il Circolo Ambiente torna a ribadire dunque l’importanza di agire sulle zone di esondazione naturale dei corsi di acqua, che vanno liberate. “I comuni che stanno lungo l’asta del Lambro devono prevedere, nei rispettivi piani urbanistici, l’assoluta inedificabilità per almeno un centinaio di metri dalle sponde del fiume” hanno concluso gli attivisti.