Erba

Il Giro del Mondo di Francesca prosegue, ecco il suo racconto dopo 8 mesi

Lorenzo Colombo 11 Agosto 2016

Attualità, Erba

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COMO – ERBA – Di lei avevamo scritto lo scorso dicembre, raccontando la sua “pazza” idea di fare il “Giro del Mondo”. Un sogno per tanti, una scelta di pochi, anzi pochissimi. Francesca Naglieri, 31enne, comasca fa parte di questo ristrettissimo gruppo di persone.

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Partita a settembre 2015, Francesca si era recata in Africa, in Togo per la precisione, presso un’associazione in cui operava, quando la spinta, la passione e, potremmo dire quell’atavica esigenza “ulissiana” di partire, l’hanno travolta. E’ così che è partita, zaino in spalla, con quel poco di necessario per viaggiare, attrezzatura essenziale che, come ebbe modo di dire Francesca nell’intervista dello scorso dicembre: “Devo ringraziare Alberto del Taurus di Erba per la passione che ci mette nelle spiegazioni dei prodotti”.

Francesca a quasi un anno di tempo dalla sua partenza dall’Italia e 8 mesi dall’intervista rilasciata a Erbanotizie, l’abbiamo risentita, curiosi di sapere come ha trascorso questi mesi in giro per il mondo…

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” ‘Mingalaba’ ossia ciao! Quanto tempo è passato. Ora mi trovo in Myanmar e vi saluto come ho imparato qui.
Cosa ci faccio qui? A settembre 2015 ho lasciato l’Italia per realizzare un sogno: il giro del mondo”. No non sono pazza, solo determinata. Vi avevo lasciato in Togo, in mezzo a 12 splendidi pulcini (come li definisco io) della Maison sans Frontiere (www.volontaritogo.org).
In febbraio ho lasciato il Togo per raggiungere la Namibia, una terra rossa fantastica, natura infinita. Tramonti infuocati che si perdono tra la sabbia del deserto e la mattina rinascono in splendide albe.
Ho fatto autostop, viaggiato in bus, e in taxi con più persone è il dovuto, ma tutto in completa ‘normalità’. Ho iniziato dalla capitale Windhoeck e salire al nord nel villaggio abitato dalla popolazione Himba, passando dall’Etosha.

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Attraversato il confine in bus decido di fermarmi a Capetown, dove non c’è nulla di speciale, ma in questa splendida città ho fatto un incontro speciale!
Ho visto ben poco del Sudafrica in quanto mi hanno chiamato per un lavoro alle Maldive e ho volato in uno degli splendidi atolli Maldiviani. Responsabile di una guest-house per 15 giorni. Avevo un contratto per 3 mesi, ma era come essere in gabbia in quel posto e dopo aver parlato con il proprietario sono scappata, ma non prima di aver ‘snorckelato’ in un paradiso sottomarino.
Quando sono partita mi sono ripromessa di seguire solo ed esclusivamente il mio cuore e cercare ovunque di essere libera e felice. Ecco lì non lo ero, né libera, né felice.

 

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Per me era la mia prima volta in Asia, quindi ho abbandonato il paese africano per un po’ e mi sono diretta in Laos.
Questa è stata una vera scoperta. il Nord del Laos è semplicemente fantastico, natura incontaminata e persone molto socievoli. Qui non è ancora arrivato il turismo di massa e i centri commerciali. Per fortuna.

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La frontiera successiva è stata il Vietnam, dopo aver visitato Sapa, sono scesa fino al sud, ma avendo solo 15 giorni (non volevo pagare 35 dollari per il visto, sì, lo so, sono una tirchia, ma il Vietnam non mi ispirava ed avevo ragione) ho corso tra bus e treni per arrivare in Cambogia.

La Cambogia, la nazione arancione. Ovunque monaci in veste arancione, ovunque preghiera, ovunque canti. Angkor Wat cii che mi ha colpito maggiormente. Ho realizzato qui un altro sogno: ho toccato un elefante. Non sono salita sulla schiena di un elefante per farmi trasportare ma ho contattato una associazione che “protegge” questi animali a due code (come li chiama una mia amica). Semplicemente fantastico.
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Ho passato 5 giorni a Bangkok per il visto per il paese successivo: il Myanmar, un altro dei miei sogni rimasti nel cassetto per troppo tempo.
Il Myanmar è bello da vivere, è qualcosa che ti lascia un solco nel cuore. Appena ho messo piede in questo paese mi sono accorta che sono entrata in un nuovo mondo, basato su umanità, rispetto e fiducia.
In aeroporto persone che ti chiedono se stai bene e hai passato un buon viaggio, se hai bisogno di qualche informazione, che ti avvertono che per arrivare in centro sono solo 7 km ma ci impiegherai mezz’ora per cui la parola d’ordine è pazienza.
Arrivata dalla famiglia che mi ha ospitato mi sono trovata in imbarazzo davanti a tanta gentilezza e cortesia. E’ un popolo cosi. Unico.
Molti di loro non sanno l’inglese, ma vogliono tentare di avere un colloquio con te straniero a tutti i costi, se poi rivolgi loro qualche parola in lingua locale hai fatto bingo e ti chiedono se vuoi unirti al pranzo o alla cena”.

Lasciamo qui, in Myanmar la nostra Francesca che, proseguirà nei prossimi mesi, trasportata dal cuore e dalla curiosità di scoprire il mondo, chissà dove. Noi la aspettiamo tra qualche mese, per aggiornare nuovamente il suo diario di viaggio e condividerlo con i nostri lettori.

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